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Amalia Bruni: «Per la nomina del Garante dei diritti del malato si rispetti la legge»

La vicepresidente della commissione Sanità in Consiglio regionale: «Al presidente chiedo di far sentire meglio solo il tono delle sue idee non il volume della sua voce perché non ci spaventa»

Pubblicato il: 15/12/2022 – 10:00
Amalia Bruni: «Per la nomina del Garante dei diritti del malato si rispetti la legge»

REGGIO CALABRIA «Il rispetto delle regole, sempre. E’ il principio che da sempre ispira la mia vita, prima professionale e ora quella pubblica con il mio ruolo di consigliere regionale. Ecco perché quando vedo che si vogliono prendere scorciatoie aggirando le regole faccio valere i diritti della comunità che rappresento. Nella vicenda della nomina per il Garante dei diritti del malato accade questo, non si è rispettata la norma nell’individuazione del candidato/a». E’ quanto afferma in una nota Amalia Bruni, vicepresidente della Commissione Sanità in Consiglio Regionale. «Voglio chiarire – afferma Bruni – che non c’è niente di personale per chi è stata nominata in quel ruolo, persona rispettabilissima e con molte qualità, solo che, curriculum alla mano, non pare possedere i requisiti richiesti dalla legge, tutto qui. E a poco valgono, dal punto di vista legale, la giustificazione della maggioranza secondo cui la nomina è politica e quindi la scelta sarebbe “libera”. Ai nostri concittadini noi dobbiamo dare una sanità non solo efficiente ma che sia in grado, in queste condizioni di fronteggiare in maniera adeguata ogni tipo di emergenza, e qui da noi ce ne sono tante. La legge che ha previsto l’istituzione del Garante del malato è molto chiara, ci sono dei requisiti da rispettare, un avviso con il quale si dava notizia pubblica del fatto che la Regione intendeva dotarsi di questa figura e la conseguente istruttoria delle domande giunte per verificare il curriculum più rispondente a quanto richiesto dalla legge. Noi vogliamo sapere se tutti questi passaggi previsti sono stati seguiti alla lettera o si è perso qualcosa per strada, nulla di più. E la legge regionale N.22 del 10 luglio 2008 che all’articolo 4 detta chiaramente quali sono i requisiti per la nomina: “il Garante è eletto a maggioranza qualificata dei presenti, dal consiglio regionale tra persone che abbiano maturato una esperienza decennale nel campo sociale o sanitario”. Dunque – continua Bruni – come detto in precedenza intendiamo sapere con certezza se chi è stato nominato abbia questi requisiti. La sanità deve considerare i suoi assistiti persone e non ticket o dei numeri, o peggio ancora soldi contanti per affaristi senza scrupoli. Ecco perché in un ruolo come quello del Garante occorre una figura che abbia tutti i requisiti previsti dalla legge e non solo la conoscenza di chi la nomina. Non può essere sufficiente la sola appartenenza politica per essere nella legalità e per soddisfare i bisogni di una comunità che da anni ottiene sempre meno come requisito per questo delicato ruolo. C’è bisogno di una figura capace che abbia maturato una significativa esperienza in questo ambito specie per la nostra sanità che si mantiene a galla solo grazie all’opera eroica delle donne e degli uomini che ogni giorno fanno miracoli per curare i cittadini. Ecco perché dopo ben 14 anni dalla emanazione di questa legge vogliamo essere attenti e scrupolosi che venga applicata in modo corretto, senza distorsioni o fughe in avanti, semplicemente che venga messa in atto seguendo scrupolosamente i suoi dettami. La nostra non è una battaglia contro la persona ma solo un appello forte e accorato perché si rispettino le norme che sono uguali per tutti, maggioranza e opposizione non cambia, sono sempre le stesse. Sarebbe stato opportuno che la maggioranza avesse controllato autonomamente che tutto si fosse svolto regolarmente, senza aspettare che fosse incalzata dalla minoranza che fa solo il suo lavoro di controllo. E per ultimo ma non certo per importanza, al Presidente del Consiglio regionale consiglierei di far sentire meglio solo il tono delle sue idee e non quello della sua voce perché non è che gridando di più si ottiene quello che si desidera, né il volume alto ci spaventa, mette solo in evidenza un eccessivo nervosismo e una faziosità che comincia a essere veramente eccessiva e che non si addice a chi, invece, riveste un ruolo super partes. Sembrerà strano ma a noi sta a cuore solo che si segua la legge, per il rispetto che dobbiamo a tutti i calabresi, anche a quelli che non ci hanno votato».

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