COSENZA Entra nel vivo il processo “Coopservice” scaturito dall’inchiesta “Silence” coordinata dalla Procura di Cosenza e relativa ai lavori eseguiti dall’azienda di Reggio Emilia nell’azienda ospedaliera bruzia. Imputati nel procedimento: Maria Giacinta; Francesco Spadafora; Mario Veltri; Monica Fabris; Gianluca Scorcelletti; Fabrizio Marchetti; Salvatore Pellegrino; Massimiliano Cozza; Teodoro Gabriele; Achille Gentile; Giancarlo Carci; Renato Mazzuca e la società Coopservice.
Per i magistrati della Procura di Cosenza gli indizi di colpevolezza sono «gravissimi». In centinaia di pagine di ordinanza viene ricostruito il meccanismo nel quale pesano i presunti mancati controlli attuati dall’Azienda ospedaliera di Cosenza nonostante le lamentele ricorrenti per la scarsa igiene rilevata nelle corsie dell’Annunziata. Il gip parla di «artifici e raggiri anche agevolati da parte dei funzionari pubblici dell’Azienda ospedaliera». Inoltre, «le condotte, consumate e tentate, riguardano tutte le mensilità relative agli anni in cui è stato aggiudicato ed è perdurato il rapporto contrattuale con l’Azienda ospedaliera cosentina».
Secondo l’accusa, la Coopservice avrebbe «reiteratamente chiesto e ottenuto il pagamento di ore di lavoro mai effettuate», di «servizi mai resi e che mai avrebbe matematicamente potuto rendere».
Chiamato a testimoniare, il maresciallo della Gdf di Cosenza ha riferito i dettagli legati alla sua attività di indagine svolta. In merito al servizio di pulizia, «ci sono una serie di note dell’azienda ospedaliera per l’esecuzione del servizio in cui vi sono segnalazioni sulle pulizie». In particolare viene richiesta maggiore attenzione «in aree particolari dove la pulizia deve essere massima». Secondo il maresciallo della Gdf di Cosenza si sarebbe ravvisata «l’assenza di personale nelle fasce in cui era previsto». Per quanto attiene il capitolo legato alle liquidazioni di fatture, il pm Margherita Saccà ha sollecitato il teste chiedendo lumi sui pagamenti. «Maria Giacinta e Renato Mazzuca non hanno tutti gli elementi sufficienti per effettuare le liquidazioni. Ci sono delle interlocuzioni che i liquidatori fanno con la direzione generale che riguardano solo l’aspetto contrattuale e chiedono se possono liquidare alcune fatture benché l’importo non sia stabilito dal capitolato». A quanto sostenuto, il maresciallo aggiunge: «I servizi integrativi venivano fatturati in 14,77 euro l’ora, i servizi extra in 19,50 euro». L’ultima domanda rivolta dal pubblico ministero riguarda la presunta truffa sulle ore mancanti. «Cosa avete conteggiato?» chiede il pm? E Tursi Prato risponde: «E’ stato autorizzato il differenziale fra le ore comunicate dagli ispettori del lavoro, all’esito degli accertamenti di buste paga e altri documenti, e le ore fatturate dalla Coopservice. Si è trattato di una attività numerica. Abbiamo effettuato i calcoli necessari basandoci sui dati forniti dagli ispettori del lavoro». (f.b.)
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