“Seconda persona singolare”, il viaggio poetico di Pasquale Allegro
L’ultimo volume dello scrittore rappresenta un racconto introspettivo. Dove tormenti e paure personali prendono forma

LAMEZIA TERME «Io ho bisogno della poesia, è triste vivere sempre di realtà». Una frase essenziale se si vuole comprendere la vera dimensione di Pasquale Allegro. Un autore che nasce poeta, che scrive e pubblica poesie ma che mantiene questa misura anche quando si cimenta nel complicato mondo del romanzo. Ed è stato così anche con il suo ultimo lavoro, “Seconda persona singolare”, edito da Ensemble. Quelle che il lettore si trova di fronte sono pagine di poesia che prendono forma in una storia di sofferenza e solitudine. Non è autocommiserazione, quella di Andrea, il protagonista del libro. Piuttosto il difficile percorso di chi deve fare i conti con l’abbandono della propria compagna e finisce per scavare, anche duramente, nel proprio percorso esistenziale. Ne viene fuori un racconto in cui il silenzio, il tormento, il dolore sono i compagni di strada di Andrea che sceglie di aspettare Chiara, quale che sia il prezzo da pagare.
Una storia che riprende il tema delle paure personali: «scrivere, per me, non è solo una forma espressiva di racconto, ma fa riferimento anche ai timori e le angosce di ognuno di noi». Pasquale Allegro ti inchioda alla lettura di ogni rigo del libro che produce emozioni e riflessioni, anche di ampio respiro, come la bordata sul mondo dell’editoria: «una parte consistente di questo mondo può, ormai, essere identificata come un vero e proprio mercato, inteso nell’accezione meno nobile del termine. Molti libri vengono pubblicati secondo una logica estranea al reale valore letterario dell’opera».
La trama, pur non essendo particolarmente articolata, esplode in un finale inaspettato che ridefinisce i contorni del romanzo: «l’introspezione del protagonista è l’aspetto che volevo riportare ed evidenziare».
L’assenza di Chiara porta Andrea a guardarsi dentro con l’amarezza che solo una sincera e spietata forza critica può far emergere: «eravamo giovani, io allora riuscivo a respirare il mare ed andavo spedito nelle esperienze della vita. Oggi, a passo lento, mi sfuggono anche l’odore dei giorni di maggio e della fuliggine del primo autunno. Nessuno mi ha mai detto che questa è la maturità, il suono della propria voce gelida, il crogiolo dei dubbi che non riscaldano, le parole che fanno ancora male quando il freddo che provocano rimane sempre dentro».
Un percorso narrativo intenso in cui il silenzio ha un ruolo estremamente significativo: «è un amico fedele, lo trovo ovunque, negli sguardi sopra le labbra chiuse, nei sorrisi serrati, negli abbracci, nella pietra nei campi, in riva al mare. E chi dice che il mare non è silenzioso, non conosce i momenti che dedica tra un’onda e l’altra, la schiuma che rifiuta le parole».
Riprendendo la recensione del critico Gianfranco Cefalì: “Seconda persona singolare” è un viaggio che «non tenta di dare risposte ma lascia che sia la sua scrittura e il tempo a farsi giudice di una vita. Nella iperviolenza delle narrazioni contemporanee questo libro si affaccia nel panorama editoriale in punta di piedi, danzando, e lo fa con classe e un grande senso della scrittura». (redazione@corrierecal.it)