CATANZARO Un enigma, dentro un enigma ancora più grande. Nella fase congressuale che il Pd sta vivendo l’area che si sta aggregando sulla candidatura alla segreteria nazionale della vicepresidente dell’Emilia Romagna Elly Schlein è un fiume carsico che si muove ancora molto sottotraccia, su un binario piuttosto indefinito la cui definizione dipende anche dalla ufficializzazione dei posizionanti dei big, alcuni dei quali ancora indecisi. Anche in Calabria la mozione Schlein, che si caratterizza in generale per un forte senso di rinnovamento e di “movimentismo” facendo oggettivamente pendere l’ago della bilancia verso l’ala sinistra del partito, è ancora un accenno. Ma questo non è però un dato necessariamente indicativo del suo “peso”, che in realtà è già piuttosto significativo.
Gli analisti politici sostengono che il primo step del congresso anche a livello regionale – la visita del competitor della Schlein, il governatore emiliano Stefano Bonaccini – sia stata una sorta di spartiacque che avrebbe già indicato chi sta con chi. Ma in realtà le cose non stanno così, nel senso che non ci sono affatto questi automatismi. Forse si può dire che chi non c’era da Bonaccini verosimilmente non lo sosterrà al congresso, ma non si può dire che tutti quelli che c’erano sosterranno il governatore emiliano nella corsa alla leadership democrat, anzi già ci sarebbero delle eccezioni. In più, su Bonaccini ancora ci sono diverse sacche di perplessità, perché la patina correntizia che gli viene attribuita – Base riformista, banalmente gli ex renziani – ancora resiste e poi quelle sue posizioni “spinte” sull’autonomia differenziata – sia pure molto ammorbidite di recente – ancora fanno eco anche nel Pd calabrese. Un dato comunque sembra già essere assodato: l’unità che in Calabria si era registrata dopo la fine del commissariamento in questa fase congressuale sembra già essere stata accantonata. Qualche dinamica ormai chiara comunque sembra delinearsi per quanto riguarda i sostenitori della Schlein: con lei ci sarà l’area dell’ex vicesegretario del Nazareno Giuseppe Provenzano, e poi il movimento delle Sardine, che – giusto per fare un nome – ha un chiaro riferimento nella portavoce nazionale, la catanzarese Jasmine Cristallo.
Da verificare poi le mosse dell’area Zingaretti, che sicuramente non appoggerà Bonaccini ma ha a cuore il valore dell’unità dei dem e continua a lavorare per preservarla nel partito a tutti i livelli, n azionale e regionale. Con la Schlein i “bene informati” inoltre allineano uno dei colonnelli del Pd calabrese, e alto dirigente nazionale, come Carlo Guccione, e dirigenti storicamente vicini all’attuale coordinatore della mozione della vice emiliana, Francesco Boccia, come la presidente del Pd provinciale di Cosenza Maria Locanto. Nel filone della Schlein a Roma si sarebbe posizionato anche il leader di area dem Dario Franceschini, e questo potrebbe far orientare verso la Schelin anche il capogruppo regionale Mimmo Bevacqua, che è stato tra quanti hanno accolto Bonaccini a Lamezia Terme ma che in realtà – sostengono fonti accreditate – starebbe strizzando più di un occhio alla mozione Schlein. Non tutti i segretari di federazione inoltre andranno con Bonaccini: il reggino Antonio Morabito avrebbe già scelto la Schlein. Verso la Schlein poi potrebbe virare la componente ex Articolo 1 (i bersaniani-speranziani) che in Calabria ha eletto deputato Nico Stumpo (anche se quest’area potrebbe essere attratta anche dall’ultimo candidato in ordine di tempo alla segreteria, Gianni Cuperlo). C’è poi da seguire il percorso della Cgil, e sotto questo aspetto a tanti osservatori non è sfuggito un post molto critico, anzi tranchant, del segretario generale della confederazione calabrese Angelo Sposato sulla prima sortita nella regione di Bonaccini, contestato per le sue posizioni ritenute dal sindacato ancora troppo tiepide sui temi della centralità del Mezzogiorno e del lavoro. E poi c’è tutta una rete di sostegno della Schlein che si sta aggregando tra i non iscritti al Pd, gli scritti delusi dal Pd e i militanti, soprattutto i più giovani, e vanno considerati poi rapporti che la candidata alla segreteria nazionale del Pd può vantare con personaggi di spicco della politica calabrese – uno su tutti, il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita – che non sono mani stati organici al Pd ma che con il Pd dialogano e collaborano. In ogni caso, e restando in attesa di capire quando la Schlein sbarcherà in Calabria, per ora c’è tutto un mondo in movimento che sfugge alle facili e classiche catalogazioni e che rende la sua figura ancora un enigma. (c. a.)
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