I dubbi del Pd sull’accordo tra Eni e Comune di Crotone. «Manca la trasparenza»
Le critiche del capogruppo dem Andrea Devona: «Come si è arrivati a quantificare la somma di 16 milioni e 750mila euro?»

CROTONE L’accordo sottoscritto tra il Comune di Crotone e l’Eni ha diversi punti da chiarire. A porre dubbi sull’intesa che consentirà all’amministrazione comunale pitagorica di realizzare progetti per 16.750.000 euro, con fondi Eni, è il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Andrea Devona.
In una nota diffusa oggi il capogruppo dem evidenzia che non può sfuggire che «mentre la stampa denunciava la marcia indietro di Eni, rispetto ad un accordo già preso, il sindaco di Crotone, organizzava, in pompa magna, una conferenza stampa per presentare la conclusione di una trattativa con lo stesso colosso industriale». La marcia indietro dell’Eni a cui fa riferimento Devona, riguarda il trasferimento fuori regione dei rifiuti stipati nella discarica fronte mare: un milione di scarti industriale attualmente custoditi nella discarica di Farina-trappeto, conosciuta con il nome della “Passeggiata degli innamorati”. I fondi previsti nell’accordo (16.750.000 euro) non sono, però, frutto di un regalo, ma di un contributo che l’Eni dà a Crotone per ripagarla del disagio che dovrà subire per il raddoppio della quantità di metano che, a partire dal prossimo anno, dovrà essere estratto dalle piattaforme presenti nel mare antistante la città pitagorica: si passerà dagli attuali 250 milioni all’anno di metri cubi a 500 milioni. «Dalla nota stampa ufficiale del Comune – continua Devona – si apprende che è la conclusione di una contrattazione durata mesi e bisogna ricordare, con chiarezza, che l’ultima trattativa conclusa con Eni è stata quella del 2008 con l’amministrazione Vallone».
Rispetto all’accordo sottoscritto da Vallone, a parere di Devona, «si riscontra che, seppur con provvedimenti amministrativi finali diversi, in sostanza l’impalcatura, sia quella economica, che la strutturazione temporale dell’accordo, compreso la problematica della subsidenza, non è sostanzialmente cambiata; sono trascorsi anche 14 anni». «Sempre per chiarezza – continua Devona – l’amministrazione Vallone, sindaco del Pd, decise di portare i contenuti dell’accordo, compreso il rinnovo, in consiglio comunale» e «nell’occasione, all’epoca, i consiglieri decisero, a maggioranza, di votare contro l’ipotesi, non ritenendo congrua la proposta dell’Eni».
L’offerta dell’Eni, a parere del consiglio comunale del 2008, non rappresentava la cifra giusta se confrontata ai benefici che il colosso ricavava estraendo il metano dai pozzi di Crotone. C’è anche da evidenziare che la seduta del consiglio comunale, che discusse l’ipotesi di accordo, «era molto partecipata sia da cittadini che da diverse associazioni». La differenza tra i due accordi consiste, sempre a parere del capogruppo Pd, nel fatto che quello sottoscritto da Voce non ha visto il coinvolgimento del consiglio comunale, dei cittadini e delle associazioni. Che fine ha fatto lo slogan elettorale che diceva che «il Comune, doveva diventare un palazzo di vetro?», si chiede Devona. «Altri tempi, se si pensa che oggi è diventato un palazzo blindato!», chiosa il capogruppo dem. Il metodo utilizzato dal sindaco, quindi, lascia molti dubbi e Devona domanda: «Come si è arrivati a quantificare la somma? Nello stabilire la cifra finale, è stato considerato il cosiddetto gas devettoriato, mai utilizzato, previsto nell’accordo del 2008?»; «il sindaco si è avvalso di consulenze legali/commerciali/finanziarie, di cui nessuno sa niente?». (redazione@corrierecal.it)