COSENZA Sono giunti, questa mattina alle 10 all’University Club dell’Unical, i cinquantuno medici specialisti cubani pronti a dare manforte al sistema sanitario calabrese. Accompagnati dal capo delegazione e dal Dirigente Generale Reggente del Dipartimento Tutela della Salute, Servizi Sociali e Socio Sanitari Iole Fantozzi. I professionisti caraibici sono arrivati in Calabria giovedì scorso nel quadro dell’accordo siglato ad agosto scorso, nella sede dell’Ambasciata di Cuba in Italia a Roma, dal presidente della Regione e commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto, e la società cubana “Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos S.A. (Csmc S.A.)”: tecnicamente è un accordo di cooperazione per la “fornitura di servizi medici e sanitari”. «Arrivano con grande spirito di collaborazione per dare una mano al sistema sanitario della Regione, ci metteranno il cuore», dice il capodelegazione Luiz Enrique Perez Ulloa.
«I sanitari sono tutti specialisti del sistema sanitario cubano, a Reggio Calabria saranno in servizio 28 specialisti di emergenza e terapia intensiva». Al primo contingente giunto in Calabria nelle scorse ore, presto seguirà l’arrivo di un nuovo e nutrito gruppo di medici. «Nelle prossime settimane arriveranno altri medici, subito dopo la conclusione del corso all’Unical», dice Ulloa. Il corso di italiano della durata di tre settimane garantirà ai medici a rafforzare le competenze linguistiche, migliorando le capacità di lettura e scrittura con particolare attenzione alla terminologia tecnica e sarà diritte dalla professoressa Carmen Argondizzo del Centro linguistico dell’Unical. «Del sistema sanitario calabrese abbiamo letto molto su internet, dagli articoli della stampa abbiamo capito quali necessità e quante difficoltà abbia il sistema sanitario calabrese, legate soprattutto agli organici e alla domanda della popolazione», precisa Ulloa. I 51 medici giunti in Calabria hanno vissuto diverse esperienze all’estero. «In Africa e America e io – aggiunge Ulloa – in Andorra a sostegno del sistema sanitario nel periodo più difficile dell’emergenza Covid».
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