«Reggio sfiorita, la decadenza metropolitana»
Piuttosto che dargli la cittadinanza onoraria il 2009, ad Italo Bocchino Reggio Calabria dovrebbe edificargli un monumento in vita. Senza l’emendamento ( caldeggiato da Peppe Scopelliti) che trasform…

Piuttosto che dargli la cittadinanza onoraria il 2009, ad Italo Bocchino Reggio Calabria dovrebbe edificargli un monumento in vita. Senza l’emendamento ( caldeggiato da Peppe Scopelliti) che trasformò la città dello stretto in metropolitana oggi ci sarebbe stato il dissesto.
Reggio Calabria vive una fase di grande decadenza. Il sindaco Falcomatà è sospeso per una condanna. Una condanna per quell’abuso di ufficio che probabilmente il governo eliminerà.
E comunque nell’autunno del 2024 si voterà e Falcomatà non si potrà ricandidare.
Una città bellissima e metropolitana arranca e perde ogni giorno prestigio e autorevolezza.
La squadra di calcio è un’eccezione e c’è la speranza che possa tornare in serie A ma mancano le altre coordinate per renderla autenticamente significativa.
Non è solo una questione di guida amministrativa. Le deduzioni storiche che facevano di Reggio una perla, dal suo lungomare celebrato da D’Annunzio alla funzione di capoluogo virtuale sembrano smarrite.
Fu Italo Falcomatà a iniziare la primavera di riscatto dopo l’arresto di Licandro e la stagione delle inchieste.
Reggio Calabria era veramente considerata un’entità a parte della regione ma anche il luogo per eccellenza dei grandi finanziamenti pubblici e delle commistioni con la ndrangheta. L’uccisione di Ligato fu una sorta di trauma collettivo.
Italo Falcomatà era stato davvero un grande sindaco e Peppe Scopelliti aveva saputo tradurre in azioni i pensieri progettuali.
Poi, lo scioglimento per mafia, mai del tutto chiarito, la crisi nel bilancio, comune ad altre realtà, e l’elezione del giovane rampollo che lasciava intravedere speranze di resurrezione.
Reggio ha due università e pochi lo ricordano. È ancora oggi una città bellissima ma sfiorita. La sua caratteristica storica di sapere unire le forze politiche diverse nei momenti difficili oggi non esiste più.
Veramente senza la promozione a città metropolitana sarebbe fallita da tempo. È anche ora che riscatti un presente mediocre rinnovando la possibilità di una catarsi che serve come il pane a tutta la regione.
Ridisegnare di contenuti il suo futuro è un auspicio immediato. Per tornare a essere il chilometro più bello d’Italia.
*Giornalista