LAMEZIA TERME «La Calabria è una terra meravigliosa e ricca di tante diversità. Noi, territorialmente, diamo il benvenuto in Calabria, arrivando a Scalea si apre un mondo meraviglioso». Esordisce così a “L’altra politica” il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, ospite dell’ultima puntata andata in onda su L’altro Corriere Tv, sul canale 75, condotta da Ugo Floro e Danilo Monteleone.
Focus della puntata spostato subito, però, sugli ultimi episodi violenti che hanno investito il territorio cosentino e proprio Scalea. «Quello che mi ha subito colpito – ha detto il sindaco – è la vulnerabilità, mi sono immedesimato nel giovane mal capitato». «Assalire così un mal capitato, qualunque cosa egli avesse fatto, perché questo non si può assolutamente giustificare neanche se fosse stato uno a uno il confronto. Per come sono fatto caratterialmente, cerco di infondere questo tanto nei miei figli quanto nei ragazzi: se qualcuno ti fa un torto ci sono le autorità competenti per poter dirimere controversie o trovare soluzioni, la violenza non è mai una soluzione a qualsiasi tipo di problema».
Però, ci tiene a precisare il sindaco «Scalea non è una città violenta, è questo che stupisce, è una città di 11mila persone d’inverno, arriviamo 250.000 d’estate per il turismo campano e non solo, ma è una città tranquilla. Quindi non siamo abituati, ma come intera costa, sono pochi gli eventi che accadono ma quando accadono, questi eventi ci turbano proprio perché non siamo abituati e non ci si abituerà mai. Città tranquilla, ma nel cuore della notte, o meglio, alle 22 ti arriva una telefonata “sindaco, si sta incendiando uno stabilimento balneare”. Mi vesto, vado, e mi trovo davanti uno spettacolo terrificante, ma da un altro punto di vista anche emozionante vedere i titolari del lido a braccia conserte davanti lo stabilimento a guardare la distruzione di una vita di sacrifici, perché di questo si parla e in più interventi che ho fatto personalmente o come amministrazione, ho detto che il lavoro dell’uomo di un uomo non può valere 2 euro perché tanto è costata la quantità di benzina per appiccare quel quell’incendio».
Per il sindaco di Scalea si tratta di «soggetti non proprio qualificabili decidono di distruggere la tua vita e lo possono fare in qualsiasi momento, alle 22, quando il Lido aveva chiuso alle 20 e 30, quindi in una maniera sfrontata, questo è quello che fa paura perché tutto sommato sono cittadine, quelle dell’Alto Tirreno cosentino tranquille. Ma tre pullman a Diamante, il Lido a Scalea, tempo fa la bomba a Cetraro, tempo fa ancora un altro pullman della Preite incendiato a Scalea, adesso l’aggressione di questi ragazzi, vanno ovviamente contestualizzati, questi eventi vanno messi nel giusto contesto che poi saranno forze dell’ordine a doverli qualificare e andare a collocare, ma quello che ho detto anche in consiglio comunale aperto ieri, se di ‘ndrangheta non vogliamo parlare, poi vediamo se sono catalogabile nel fenomeno ‘ndranghetistico o no, ma è l’atteggiamento che è mafioso e ‘ndranghetistico questo ha un nome cognome, è inutile nascondersi, è l’atteggiamento che non va bene». Perché «se io parto da casa o vado a prendere una tanica di benzina e la uso per bruciare un lido il mio è un atteggiamento mafioso».
Nel corso dell’intervista insieme al sindaco Perrotta si è parlato anche del tratto di costa che riguarda Scalea e Tortora, indicato come uno di quelli più problematici insieme al tratto davanti alla costa di Lamezia Terme. «L’impegno della giunta regionale e più precisamente dal presidente perché ha preso un impegno concreto e imminente e lo sta portando avanti dando anche dei contributi e dei Comuni per l’efficientamento dei depuratori e degli impianti di depurazione, abbiamo varato insieme ad altri Comuni la famosa barca mangiaplastica, una piccola cosa ma è un segnale. C’è poi la presenza costante di Arpacal e della Regione Calabria durante tutto il periodo estivo, certo anche i comuni devono metterci del proprio, controllando che i decoratori vadano come devono andare. Con una mole di persone che raggiungono anche i 250mila abitanti, tutto va in sofferenza ma se riusciamo a prevenire questa sofferenza, andrà tutto molto meglio». «Sono fiducioso, non metto le mani avanti, ma penso che siamo sulla strada giusta».
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