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l’inchiesta

Le ombre sulla carriera politica di Berna. «Lui e Nicolò sostenuti dal clan Libri»

Le lamentele sul politico-costruttore («non ha rispettato i patti»). Le parole del pentito sui pacchetti di voti

Pubblicato il: 02/02/2023 – 18:43
di Pablo Petrasso
Le ombre sulla carriera politica di Berna. «Lui e Nicolò sostenuti dal clan Libri»

REGGIO CALABRIA Affari, milioni di euro finito sotto sequestro, appalti. Ma anche politica. Nel rapporto tra uno dei due fratelli Berna – il cui “tesoro” da 45 milioni di euro è stato posto sotto sequestro – e un pezzo dell’aristocrazia mafiosa di Reggio Calabria, ci sono pieghe che parlano di consenso elettorale. Atti emersi nel procedimento “Libro Nero” che «confermano l’intenso legame sussistente tra Demetrio Berna e il deputato regionale Alessandro Nicolò», così come riferito dal pentito Enrico De Rosa, colletto bianco a conoscenza degli interessi dei clan reggini soprattutto nel settore dell’edilizia. «C’era una forte alleanza elettorale nel senso che (…) era anche rionale… erano i politici appoggiati dalla cosca… dalle cosche di Cannavò… la gente che ha appoggiato a Demetrio Berna, quegli stessi soggetti, hanno appoggiato Sandro Nicolò», rivela De Rosa ai pm della Dda di Reggio Calabria.
Per gli inquirenti «diversi sono gli indici che portano a ritenere che Demetrio Berna abbia goduto dell’appoggio elettorale della consorteria Libri». Il decreto di sequestro evidenzia un dialogo del dicembre 2015, registrato nello studio medico di Giuseppe Demetrio Tortorella, medico odontoiatra, ex assessore all’Urbanistica del comune di Reggio Calabria negli anni 90 nonché uno degli arrestati nell’operazione “Libro nero”.  Quest’ultimo riferisce «alla moglie che nel 2001 in occasione delle elezioni circoscrizionali “a Demetrio Berna (…) lo abbiamo candidato noi alla circoscrizione…”, l’uso della prima persona plurale la dice lunga circa la comune appartenenza del politico e di Tortorella alla consorteria Libri». 

Le lamentele su Berna. «Non aveva rispettato i patti»

Nel luglio e nell’ottobre 2014, Tortorella torna sugli stessi argomenti parlando con Alessandro Nicolò e Antonio Presto. I due «si dolevano del comportamento assunto da Demetrio Berna, accusandolo di non aver rispettato i patti, nonostante l’appoggio riservatogli nel corso delle precedenti tornate elettorali». 
Secondo le accuse, «il duo Berna-Nicolò ha goduto degli appoggi elettorali della consorteria Libri, in cambio della messa a disposizione dei loro ruoli istituzionali». Elementi che tornano anche nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Enrico De Rosa che, nell’interrogatorio del 6 ottobre 2014, elenca le persone «che ha visto fare campagna elettorale per Berna». Nicolò e Tortorella, invece, criticano il comportamento del politico-costruttore «che stava, sostanzialmente, omettendo di rispettare i patti, nonostante gli incarichi politici e lavorativi di cui, grazie al Nicolò, aveva beneficiato nel corso del tempo». «Lo sai sono correttissimo, forse non sai… anzi più del dovuto, però mi aspettavo di… mi aspetterò vicinanza non altro… no, la vicinanza affettiva», dice l’ex consigliere regionale di centrodestra. Trottolerà rincara la dose: «Allora io, allora io per quello che gli ha fatto lui… dovevano dormire dietro la porta. Doveva dormire dietro la porta… lo sanno, doveva dormire dietro la porta tre stipendi, quattro stipendi, quattro incarichi, tre incarichi, sette incarichi, otto incarichi, dieci incarichi, assessori, cazzi mazzi». Uno degli interlocutori di Nicolò è Antonio Presto la cui famiglia, secondo il pentito, si sarebbe spesa direttamente per il consenso a favore di Berna. A lui, Nicolò elenca i presunti torti di cui sarebbe stato protagonista Demetrio Berna, «tra cui il mancato reperimento dei locali da utilizzare come segreteria politica e la scarsa presenza in quel periodo di campagna elettorale». Quelle «mancanze (…) non erano da addebitare a Berna Francesco, che tutti ritenevano persona seria ed affidabile». «Francesco è serio, Francesco è numero uno», convengono Nicolò, Tortorella e Presto. 

«Il pacchetto di voti per il duo Berna-Nicolò»

Il contenuto di queste conversazioni si allinea con le dichiarazioni di De Rosa che rievoca «le confidenze ricevute, circa il pacchetto di voti che la famiglia Presto tradizionalmente riservava al duo Berna-Nicolò». «I Presto – dice De Rosa – sono…non so se voi li conoscete i Presto, sono una  famiglia di Cannavo che è vicina, tipo, comunque sia, alla cosca Libri e che, sono primi cugini di Francesco Berna, primi cugini di sangue, e, una volta parlando, mi sembra, con… non con Demetrio Presto il… con Mimmo Presto che è un’altra persona ancora, mi disse Mimmo, dobbiamo dare una mano, i nostri candidati sono due, dobbiamo dare una mano, sono Berna e Nicolò, punto, altro non devono votare». 

«Scambi politico-mafiosi-affaristici tra gli imprenditori e il clan Libri»

Il decreto di sequestro richiama le conclusioni del gip nell’inchiesta “Libro Nero”: «I fratelli Berna, in cambio del ripetuto e costante sostegno in tema di appalti ed elettorale offerto nel tempo dalla cosca Libri, si pongono quali punti di riferimento della consorteria all’interno delle istituzioni pubbliche elettive locali e dell’imprenditoria rimanendo costantemente e incondizionatamente a disposizione degli affiliati». I due, infatti, sarebbero stati «selezionati dai vertici della consorteria, chiamati a fame gli interessi economici anche in seno agli organi di governo elettivi del territorio di influenza dell’associazione». Esisterebbero, dunque, «rapporti collusivi consolidati da tempo e caratterizzati da una risalente continuità di scambi politico-mafiosi-affaristici». Il rapporto con i  Libri avrebbe «assunto un carattere clientelare stabile, continuativo e fortemente personalizzato, e può implicare il riconoscimento di un “ruolo” per entrambi all’interno del sodalizio mafioso alla luce del fatto che le loro azioni sono ispirate dalla precisa volontà di tutelare gli interessi della consorteria a cui devono “rendere il conto”». Parole impresse negli atti giudiziari nel luglio 2019. Il sequestro del “tesoro” messo a segno oggi ne è la logica continuazione. (p.petrasso@corrierecal.it)

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