Crotone, la conferenza dei servizi dice no a Eni Rewind: i rifiuti non verranno smaltiti nell’ex Pertusola
Riunione con momenti di grande tensione. Il sindaco Voce: «I veleni sono poco più di 50 mila tonnellate»

CROTONE La Conferenza dei servizi istruttoria, tenutasi oggi, ha detto no alla proposta di Eni Rewind di smaltire i rifiuti presenti nella “Passeggiata degli innamorati” all’interno dell’ex “Pertusola sud”. Quel milione di tonnellate di rifiuti, derivanti dalle attività industriali a Crotone, come prevede il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) e come, soprattutto, sancito nella Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019 dovranno essere trasportati fuori dal territorio della Regione Calabria. Un no netto alla proposta di Eni Rewind è arrivato dai tre enti locali: Comune, Provincia e Regione Calabria. I tre enti locali hanno confermato la compattezza emersa nel 2019. Il Comune e la Provincia sono arrivati all’appuntamento di oggi con distinti documenti approvati dai rispettivi consigli all’unanimità. Secondo quanto è stato possibile apprendere, un no netto è arrivato anche dagli altri enti che hanno competenza in materia ambientale e si occupano della salute dei cittadini. L’Eni Rewind è arrivata all’appuntamento di oggi con la richiesta, depositata ad ottobre del 2022, del cambio di destinazione d’uso del sito Pertusola sud. Se oggi i partecipanti alla Conferenza dei servizi avessero deciso di dare il via libera al progetto dell’Eni, avrebbero anche approvato una variante al Piano regolatore generale del comune pitagorico, dando così il via libera al cambio di destinazione d’uso proposto dal colosso industriale. E’ stata così sancita l’improcedibilità della richiesta proposta da Eni Rewind in quanto non può essere superato il vincolo imposto dal Paur. «I rifiuti – ha detto il sindaco di Crotone, Enzo Voce – devono essere portati fuori regione». Secondo Voce «non c’è stato un peggioramento della situazione, così come si intendeva far credere e la proposta di Eni Rewind è spropositata rispetto ai rifiuti di Tenorm con matrice di amianto presenti nella discarica di Farina-Trappeto». L’Eni Rewind ha proposto di costruire all’interno del sito Pertusola sud una discarica di scopo di 200.000 metri cubi, che avrebbe la capacità di ospitare 350.000 tonnellate di veleni. In verità, secondo Voce, i veleni da smaltire (Tenorm con matrice d’amianto) sono poco più di 50.000 tonnellate. Ecco perché il sindaco di Crotone definisce la proposta «esagerata». Ci sono, comunque, altri veleni che, come prevede la Conferenza decisoria, dovranno essere trasportati fuori dal territorio della Calabria. Nel suo intervento, Voce ha anche evidenziato che ci sono «diverse criticità che saranno oggetto di una approfondita relazione tecnica che sarà allegata al verbale che redigerà il ministero dell’Ambiente». Il risultato della riunione di oggi non era scontato e l’Eni non si è presentata all’appuntamento con il cappello in mano. L’incontro ha, infatti, avuto momenti di grande tensione. «E’ stata – come ha sottolineato Voce – una riunione particolarmente calda». Un aiuto sicuramente è arrivato anche dalle interrogazioni parlamentari presentate nei giorni scorsi da Nicola Irto e Nico Stumpo, del Partito democratico, e Anna Laura Orrico del Movimento 5 stelle. C’è stata anche una interrogazione presentata dal consigliere regionale Ernesto Alecci, Pd.
Ferrari: «A Eni Rewind abbiamo chiesto se esistono ipotesi progettuali alternative»
Alla conferenza hanno partecipato per l’Ente intermedio il presidente Sergio Ferrari, il consigliere con delega all’Ambiente Fabio Manica e Francesco Galea del settore Ambiente. Il parere contrario a Eni Rewind era stato già oggetto della delibera di Consiglio approvata all’unanimità nel corso della seduta straordinaria del 6 febbraio, e che è stata allegata al verbale della conferenza istruttoria di questa mattina. «Parere negativo – ha spiegato Ferrari – che ha basi e ragioni di natura tecnica, vincoli normativi innanzitutto. Ad Eni Rewind anche questa mattina abbiamo chiesto di conoscere se esistono o meno ipotesi progettuali alternative che tengano conto però della normativa vigente, condizione imprescindibile, e degli obiettivi della bonifica, vale a dire tutela e valorizzazione del territorio».