Grande commozione al Palamilone. Il procuratore Capoccia: «Qui per salutare queste povere persone» – VIDEO E FOTO
Scene di dolore davanti alle bare delle vittime del naufragio. Preghiera interreligiosa dell’imam di Cutro, Achik, e del vescovo di Crotone, Panzetta

CROTONE In fila, in silenzio, davanti al PalaMilone in attesa di entrare per rendere omaggio alle vittime innocenti della tragedia consumatasi domenica scorsa a 100 metri della spiaggia di Steccato di Cutro. Stamattina è stato dato il via libera all’apertura della camera ardente all’interno della struttura che, sino ad oggi, veniva adoperata per feste e manifestazioni sportive. Un luogo tradizionalmente chiassoso e festoso, che diventa mesto. In fila ci sono soprattutto giovani, ma non mancano le mamme e i padri di famiglia che, questa mattina, hanno deciso di andare a recitare una preghiera e a dare un saluto alle anime degli innocenti, che erano partiti dalle coste della Turchia con la speranza di approdare in un paese dove si garantisce la libertà di pensiero e azione e soprattutto normalità.
Il procuratore Capoccia: «Sono venuto a salutare le vittime»

Intorno alle 11,30 arriva anche il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Giuseppe Capoccia. Ovviamente si rifiuta di fare dichiarazioni sull’indagine in corso e quando gli viene posta la domanda se ci sono novità, risponde: «I giornali hanno pubblicato molti particolari». Quasi a dire che ne sanno di più i giornalisti di chi deve valutare se ci siano responsabilità di qualcuno. Non commenta e si limita a dire: «Sono venuto a salutare queste povere persone». A lui dai parenti è stato chiesto soprattutto di fare in modo che le salme possano essere restituite alle famiglie al più presto per essere sepolte nei Paesi di origine o nelle nazioni europee dove si trovano ora i parenti. Il magistrato ha informato che da parte della Procura della Repubblica per i cadaveri che sono stati già riconosciuti non sussistono ostacoli di natura giudiziaria.
All’interno della struttura sportiva il procuratore lo si vede davanti alle bare recitare una preghiera. A Crotone è noto a tutti che il procuratore Capoccia è un uomo di grande fede.
La giovane madre davanti al corpo della figlia

All’interno del recinto del Palamilone c’è Orlando Amodeo, ex dirigente della Questura, da sempre impegnato ad aiutare i profughi. Amodeo stava rilasciando un’intervista ad una emittente televisiva, quando ha sentito le urla di «una mamma», ha consegnato il microfono alla giornalista ed è corso verso la donna che urlava. Era una mamma che, proprio stamattina, ha riconosciuto il corpo della figlia. La giovane morta era in una delle bare che non portavano nomi ma un numero, perché il suo corpo non era stato ancora identificato. La mamma è arrivata questa mattina dalla Germania, magari con la speranza di trovare la figlia ancora viva tra i ricoverati al “San Giovanni di Dio”. Secondo il racconto di Amodeo, la donna è svenuta ed è stata trasportata fuori dal PalaMilone. «Chiedo scusa alla giornalista che mi stava intervistando – ha detto Amodeo – ma tra parlare in televisione e soccorrere una mamma che ha appreso di avere perso una figlia, non ho avuto dubbi ed ho scelto di soccorrere la mamma». «Quella mamma per me – ha concluso Amodeo – era la mia vita perché aveva perso la sua vita».
I crotonesi in fila per il saluto alle vittime

Tra le persone in fila, in attesa di entrare c’è il giovane Enrico, 23 anni, che dice di «essere al Palamilone per rendere omaggio alle vittime di una immane tragedia, che ha colpito la nostra società. È una tragedia che ha colpito tutti – ha continuato Enrico – e penso di parlare anche per conto del popolo crotonese, che si è sentito profondamente umiliato per le parole dette dal ministro Piantedosi. Penso che la situazione poteva essere gestita meglio e così si sarebbe evitata la tragedia».
Enrico viene interrotto da Scharon, crotonese doc, che «si dice triste per la tragedia che ha colpito tante persone che hanno tentato di fuggire dai posti insicuri dove abitavano, nella speranza di sbarcare in una terra migliore». Tra le persone in fila c’è anche Salvatore Migale, più volte sindaco di Cutro, che dice: «Il dubbio che queste persone potessero essere salvate rimane e questo provoca maggiore sconforto. Le cose non vanno bene e bisogna mettere in campo una diversa politica per l’accoglienza». Migale è in compagnia di Carletto Squillace, già assessore a Cutro. Squillace si commuove a parlare della tragedia e si augura che «questo lutto possa servire per evitare altre eventi del genere».
Nel cortile del Palamilone c’è anche l’attuale sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, che parla per nome e per conto della sua comunità. «Questo dramma – commenta Ceraso – lo sentiamo sulle nostre spalle e sulla nostra pelle, è come se avessimo perso un figlio, un padre o una sorella. Non dimenticherò mai le immagini che ho visto quando sono arrivato sul posto della tragedia». Oggi la camera ardente resterà aperta sino alle 19 e riaprirà domani mattina alle 9. Non è stata ancora comunicata la data precisa del funerale. Intanto l’amministrazione comunale di Crotone ha reso noto che domani non si terrà il tradizionale mercato del primo giovedì del mese, che slitta al prossimo 9 marzo. (redazione@corrierecal.it)






