«Elly Schlein mi sembra troppo radicale anche se ho conosciuto il nonno che era un socialista e questo mi induce a sperare». Lo ha detto Sandro Principe presentando ieri a Spezzano Sila il suo libro “Tre colpi al cuore” edito da Pellegrini. Dopo i saluti del sindaco, Salvatore Muraro, Principe ha risposto alle domande dei giornalisti Francesco Kostner, Mario Campanella e Gianfranco Bonofiglio. Bonofiglio ha ricordato anche il suo passato di dirigente nazionale dei giovani socialisti. «Non penso all’attentato subito il 2004 – ha detto l’ex sottosegretario – o meglio se ci penso lo valuto con razionalità. E ricordo lo splendido incontro avuto con mamma Natuzza. L’inchiesta che subii il 92 da Palmi mi fece capire sulla mia pelle – ha detto Principe – il senso dell’ingiustizia, qualcosa che purtroppo ho dovuto sperimentare tanti anni dopo. La mia vita non si racchiude nella mia esperienza di amministratore rendese ma Rende è nel mio cuore come una donna che si ama sempre. Io credo che il socialismo democratico sia indispensabile per costruire una alternativa a Giorgia Meloni – ha aggiunto Principe – che non può essere quella del giacobinismo ma quella delle idee di giustizia sociale.
Principe ha poi parlato della città unica: «Fatta a freddo è come un matrimonio celebrato dopo un colpo di fulmine: dura poco. Bisogna fidanzarsi per poi sposarsi. Con Giacomo Mancini ci vedevamo due volte a settimana – ha detto e abbiamo fatto i piani regolatori insieme, il binbus mentre oggi i sindaci nemmeno si parlano. La scelta del nuovo ospedale a Vaglio Lise non ha senso, perché o si sceglie l’opzione di Mario Occhiuto, e io sono contrario, a sud, oppure si costruisce il policlinico universitario che ha molto più senso. Non mi candiderò a Rende – ha concluso Sandro Principe – perché penso di non dover chiedere niente a nessuno ma sono pronto comunque ad ascoltare le richieste».
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