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La strage dei migranti

Le vittime di Cutro ancora senza pace. La burocrazia blocca le salme

Il Comune di Cutro impegnato a rilasciare certificati di morte. Per il trasferimento in altro Stato pesano procedure complesse

Pubblicato il: 05/03/2023 – 12:06
di Gaetano Megna
Le vittime di Cutro ancora senza pace. La burocrazia blocca le salme

CUTRO Da ieri il Comune di Cutro è impegnato nel rilascio dei certificati di morte delle vittime della tragedia, ma ancora non si comprende se saranno celebrati i funerali e quando. I certificati di morte sono indispensabili per poter procedere alla tumulazione delle salme o per il loro trasferimento in altri stati.
La procedura è complessa: il Comune di Cutro, titolare del rilascio della certificazione, deve identificare i morti e dopo avere acquisito i documenti dai vari enti interessati, redige il certificato di morte, che è propedeutico alla tumulazione o al trasporto in altro Stato.
Nel caso di trasporto in altro Stato, sempre il Comune di Cutro, deve rilasciare il passaporto mortuario in collegamento con le agenzie funebre, che si occuperanno del trasferimento dei defunti. Questa procedura, però, riguarda solo il trasporto dei defunti all’interno degli Stati che hanno aderito alla convenzione di Berlino.
Se ci sono, da parte dei parenti delle vittime, richieste di trasportare salme in Stati che non fanno parte della Convenzione di Berlino, la procedura si complica ulteriormente, perché le autorizzazioni vengono rilasciate dai consolati.
I consolati degli Stati non aderenti alla Convenzione di Berlino sono, comunque, chiamati in causa per fornire la documentazione necessaria per il rilascio del passaporto mortuario. La burocrazia rallenta le procedure e crea infiniti disagi ai parenti, che reclamano il diritto di poter tumulare i corpi delle povere vittime della tragedia consumatasi nel mare antistante la spiaggia di Steccato di Cutro.

La battaglia di Layla

La piccola Maryam morta nel naufragio di Cutro

Contro questi disagi sta lottando Layla, una giovane mamma afgana di 39 anni che, in quel maledetto tratto di mare calabrese, ha perso due figlie: Maryam e Niayisch. Un terzo figlio è riuscito a scampare alla morte ed ha avuto bisogno delle cure amorevoli dei sanitari del San Giovanni di Dio. Il corpo di Maryam è stato recuperato ed è attualmente custodito in una delle bare bianche, che si trovano nel PalaMilone di Crotone. Il corpicino di Niayisch, purtroppo, è tra quelli ancora dispersi.
Layla vorrebbe risolvere subito la questione della tumulazione di Maryam, trasportando il feretro in Germania nella città di Weilhem, dove risiede la famiglia della sorella, Kolsum. Spera di potere fare, presto, la stessa cosa con il corpo di Niayisch. La procedura è lunga e Layla ha capito come funzionano le cose in Italia, tanto è vero che quando si è trovata davanti la segretaria nazionale del Partito democratico, Elly Schlein, venuta a Crotone per onorare i morti della tragedia di Steccato di Cutro, le ha chiesto aiuto.
La segretaria ha dato l’incarico di seguire la questione ad Andrea Devona, unico rappresentante della provincia pitagorica eletto nell’assemblea nazionale del Pd. Devona è anche capogruppo del partito nel consiglio comunale di Crotone. Secondo quanto è stato possibile apprendere Schlein sta seguendo la vicenda e chiede di essere informata sui passi avanti che vengono fatti.
La pratica sarebbe quasi conclusa, manca infatti solo il rilascio del passaporto mortuario, perché tutte le altre questioni burocratiche sono state portate a termine positivamente. È stata persino individuata l’agenzia che dovrà trasportare il corpicino di Maryam dal PalaMione a Weilhem.

I corpi identificati


Non ci sono notizie certe sulla celebrazione dei funerali, perché non si hanno dati su quanti feretri dovranno essere trasportati fuori dall’Italia e c’è anche la questione dell’appartenenza religiosa. Anche i sindaci interessati pensano che non ci saranno altre cerimonie pubbliche.
Intanto è cresciuto il numero dei defunti identificati che attualmente sono 56. Gran parte di questi saranno trasportati negli stati indicati dai parenti chi, invece, dovrà essere tumulato in Italia rappresenta un problema, perché non sono tanti i cimiteri dove sono previste tumulazioni di persone di religione musulmana. (redazione@corrierecal.it)

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