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l’intervista

Tragedia a Cutro, «nessuno meglio dei superstiti sa cosa sia successo in mare»

L’avvocato Verri difenderà gratuitamente, insieme ad un pool di legali, i familiari dei migranti vittime del naufragio

Pubblicato il: 06/03/2023 – 11:16
Tragedia a Cutro, «nessuno meglio dei superstiti sa cosa sia successo in mare»

CROTONE Luigi Li Gotti, ex sottosegretario alla Giustizia, Mitja Gialuz, ordinario di diritto processuale penale, Vincenzo Cardone e Francesco Verri, cassazionisti esperti di diritto penale internazionale fanno parte del pool di legali che assisterà gratuitamente i familiari dei migranti vittime del naufragio, avvenuto domenica scorsa a Steccato di Cutro, nei procedimenti penali che scaturiranno dalle indagini della Procura della Repubblica di Crotone. L’assistenza sarà garantita anche ai sopravvissuti del naufragio. «Abbiamo ricevuto una chiamata ed è stato chiesto di assumere questo incarico, lo abbiamo accettato, assumendolo in forma completamente gratuita», racconta al Corriere della Calabria, l’avvocato Francesco Verri.

«Saremo qui anche quando i riflettori si spegneranno»

(La famiglia di Torpekai Amarkhel. Sono tutti morti nel naufragio, la bambina risulta dispersa. La sorella di Torpekai, ha chiesto agli avvocati di rappresentarla)

«I nostri assistiti – dice Verri – devono avere chiara la percezione che c’è una solidarietà importante anche da parte degli avvocati. Questo è il primo messaggio che inviamo, non sono soli perché c’è chi continuerà ad occuparsi di loro anche quando i riflettori si staranno spegnendo». Il legale poi si sofferma sul ruolo e sui prossimi passaggi legati alla difesa delle persone scampate al naufragio ma che in quel mare hanno perso amici e parenti. «Queste persone hanno diritto di partecipare al procedimento penale, in quanto familiari delle vittime e titolari dei diritti che competono le persone offese, noi li rappresenteremo nel procedimento iscritto contro i presunti scafisti, in cui probabilmente ci sarà l’incidente probatorio. Potremo andare in aula e fare domande, nessuno meglio dei superstiti sa cosa sia successo in mare». Secondo l’avvocato Verri, «c’è un secondo procedimento definiamolo “contenitore” per cercare di capire se si possono raccogliere elementi su altri aspetti e cioè sulle regole, sui soccorsi, sulle eventuali omissioni». Sulla difesa, Verri assicura: «Lavoriamo insieme ai nostri consulenti esperti, sono di primissimo piano e ci aiuteranno a capire quanto successo», ma «è un po’ presto per arrivare ad una conclusione. Dobbiamo capire, studiare, e poi potremo tirare le somme». (f.b.)

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