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l’inchiesta

Vani con doppio fondo e viaggi a Malta per comprare cocaina, come agiva l’associazione che spacciava a Soverato

A capo del gruppo, un uomo di Caulonia, Antonio Scafò, in rapporti con la criminalità organizzata del Reggino. Le sim intestate a extracomunitari procurate da Costantino

Pubblicato il: 27/03/2023 – 19:17
di Alessia Truzzolillo
Vani con doppio fondo e viaggi a Malta per comprare cocaina, come agiva l’associazione che spacciava a Soverato

CATANZARO Per trasportare la droga utilizzavano automobili dotate di vani con doppio fondo. La Dda di Catanzaro contesta a Massimo Alj, Gianluca Aquilotti, Vito Barbieri, Alberto Carè, Claudio Castanò, Salvatore Chiavetta, Antonio Costantino, Massimo Danieli, Alessandro Galati, Luisa Gallace, Riccardo Mercurio, Antonio Scrafò, Roberto Sestito, Andrea Signorelli e Alessandro Otello Vitrò, di avere costituito un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Soverato hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari su disposizione del gip Sara Merlini.
È stata eseguita misura cautelare in carcere nei confronti di Claudio Castanò, Antonio Costantino e Antonio Scarfò. Sono finiti ai domiciliari, Massimo Alj, Vito Barbieri, Cosimo Bevilacqua, alias “Coccolino”, Salvatore Chiavetta, Luisa Gallace, Riccardo Mercurio e Andrea Signorelli. Hanno la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria Massimo Danieli, Alessandro Galati e Alessandro Otello Vitrò.

L’organizzazione

Oltre alle auto con vano con doppio fondo i membri del sodalizio avrebbero usato un linguaggio criptico e comunicavano con sim dedicate intestate a cittadini extracomunitari. Secondo le indagini, le sim venivano procurate e distribuite da Antonio Costantino.
I ruoli all’interno dell’associazione, contesta la Dda, sarebbero stati ben ripartiti. A capo del sodalizio troviamo Antonio Scarfò, 49 anni, di Caulonia, in qualità di dirigente, organizzatore e finanziatore dell’associazione, in rapporti con la criminalità organizzata di Siderno e Caulonia. È lui, sostiene l’accusa, a procurare le partite di droga da trasportare nella provincia di Catanzaro e da distribuire ai pusher dell’associazione.
Spetterebbe a lui, dunque, il compito di distribuire, droga e denaro. Parte del ricavato dello spaccio va all’acquisto di nuove forniture di sostanze stupefacenti, parte ai pusher e parte al sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie. Periodicamente, è scritto nei brogliacci dell’inchiesta, Scarfò si reca dal suo luogotenente, e braccio destro, a Soverato, Claudio Castanò, 51 anni, di Montepaone, per informarsi, discutere delle decisioni da prendere sull’organizzazione dell’associazione e sul traffico delle sostanze stupefacenti.
Anche Castanò ha un braccio destro: Antonio Costantino, 34 anni, di San Vito sullo Ionio, che spesso fa da tramite tra Scarfò e Castanò. Il 14 maggio 2021 Claudio Castanò è stato arrestato a Malta ed è stato sostituito da Costantino il quale avrebbe anche provveduto alle strategie logistiche ed per il sostegno economico di Castanò.
A gestire lo spaccio nel territorio di Petrizzi ci sarebbe Massimo Alj, 31 anni, mentre Riccardo Mercurio, avrebbe cooptato la propria madre per farle fare un viaggio a Malta, a maggio 2021 per l’acquisto all’ingrosso di cocaina. Dopo l’arresto di Castanò, si sarebbe recato a Pozzallo per recuperarne l’auto dotata di doppio fondo.

Come nasce l’indagine

L’indagine nasce con una perquisizione, il 24 novembre 2020, a casa di Antonio Costantino, dove i carabinieri trovano residui di marijuana e un appunto manoscritto da Costantino con i dati della contabilità del traffico di sostanze stupefacenti. Il manoscritto portava, in particolare, una lista di nomi, molti dei quali già noti ai carabinieri per precedenti in materia di droga.
Un mese dopo in casa di Alj sono stati sequestrati 4,5 chili di marijuana skunk.
Nel corso delle indagini, dalle intercettazioni è emerso che Costantino doveva rendere conto a una «componente malavitosa».

Cinque chili di cocaina comprati a Malta

Il viaggio a Malta che si era concluso con l’arresto di Castanò era iniziato il 10 maggio 2021 da Pozzallo. Castanò e Scarfò erano partiti insieme mentre la madre di Mercurio era partita il 15 maggio.
Il 14 maggio Castanò è stato fermato dalla polizia maltese, insieme a un cittadino dell’isola, perché entrambi erano stati trovati con 5 chili di cocaina e una somma di denaro pari a 200mila euro.
Castanò chiede di essere giudicato in Italia . Nel frattempo è emerso che la sua autovettura era dotata di doppio fondo per l’occultamento della droga. In seguito all’arresto del luogotenente di Scarfò, quest’ultimo raggiunge Costantino e Mercurio a Soverato per «riattivare il circuito di spaccio in modo da renderlo più proficuo, anche al fine del mantenimento in carcere di Castanò e del pagamento delle spese legali». Nonostante le rassicurazioni del suo legale Scarfò è preoccupato circa la sua posizione giuridica: «Per me dice che è tutto a posto, perché il mio nome non esce in nessuna carta e posso anche andare là». Il 18 giugno 2021 Costantino consiglia a Scarfò di tornare a Malta per cercare di recuperare la cocaina, con qualche accorgimento. Ma Scarfò ha paura, teme di essere arrestato non appena fosse tornato a Malta. Non sa che la sua posizione è già compromessa dalle indagini dei carabinieri di Soverato e della Dda di Catanzaro. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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