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l’incontro

Mara Carfagna in Calabria per “spingere” Azione. «Occuperemo il nostro spazio» – VIDEO E FOTO

Il presidente del partito contro il governo sul Pnrr: «Dicano quali problemi ci sono». Sull’autonomia differenziata: «I Lep vanno finanziati»

Pubblicato il: 04/04/2023 – 12:55
di Giorgio Curcio
Mara Carfagna in Calabria per “spingere” Azione. «Occuperemo il nostro spazio» – VIDEO E FOTO

GIZZERIA Il principale obiettivo «è quello di rafforzarci sul territorio, attraverso adesioni come quelle dei due consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi che hanno il compito insieme a Marco Lombardo, che assumerà il ruolo di commissario in Calabria, di costruire un solido presidio territoriale, indispensabile, in Calabria come altrove, in vista delle sfide che ci attendono». Sta tutto qui il senso della visita oggi in Calabria di Mara Carfagna, ex ministro per il Sud sotto il governo Draghi e ora presidente di Azione, la realtà politica di Carlo Calenda. Una conferenza stampa, quella organizzata in un noto hotel del litorale di Gizzeria Lido utile non solo a serrare le fila all’interno di un partito relativamente giovane, ma anche ad ufficializzazione la nomina a commissario regionale del senatore Marco Lombardo.

Le presenza

Folta, e non poteva essere altrimenti, la presenza degli esponenti calabresi di Azione: dai consiglieri Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi, erano presenti anche Fabio Scionti, il sindaco f.f. della città metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, il consigliere comunale di Vibo Valentia, Stefano Luciano, ma anche “presenze trasversali” come il vicepresidente del Consiglio regionale in quota Pd, Franco Iacucci, il consigliere regionale di Forza Italia, Michele Comito, l’ex assessore all’Ambiente Diego Tommasi, Valerio Donato, candidato alla guida della città di Catanzaro e Giuseppe Gelardi, presidente del Gruppo Lega Salvini Calabria.

L’incontro

Oltra alla conta e alle ufficializzazioni, quello di stamattina è stato un incontro importantissimo per la definizione del percorso di “Azione” in Calabria, partendo proprio dalle “figure” politiche di riferimento nella regione. Ma l’intenzione del partito di Carlo Calenda è quella di intercettare quanti più scontenti possibili, sia nelle file del centrodestra sia dal centrosinistra. E, sebbene nella nostra regione Azione possa già contare due consiglieri regionali, Mara Carfagna ha sottolineato come la crescita del partito in Calabria non sia «un percorso facile, è un percorso lungo, anche faticoso, è una montagna da scalare, ma siamo certi che lo spazio politico c’è e si allargherà sempre di più, perché da un lato c’è un governo che è incagliato sui grandi progetti – penso a esempio al Pnrr e alle riforme collegate – un governo poco efficace anche nel mantenere le promesse fatte in campagna elettorale – penso a esempio al tema dell’immigrazione, e lo dico in una terra che qualche settimana fa ha pianto una enorme tragedia, quella di Cutro» ha ricordato Carfagna «dall’altro c’è il Pd, il cui nuovo corso disorienta i riformisti di quell’area che pensavano di trovare un’alternativa ai populismi della destra e invece si trovano un Pd che scivola sempre di più verso il populismo del M5S». Per Mara Carfagna, dunque, lo spazio di Azione c’è ma si tratta di «occuparlo con pazienza, con intelligenza e con capacità operative, ed è quello che faremo».  

«Il vincolo del 40% dei fondi al Mezzogiorno rischia di saltare»

Tema di assoluta importanza, poi, il Pnrr e ritardi del governo Meloni. Per Mara Carfagna «ci sono due modi di stare al governo, uno è quello di lavorare per realizzare i progetti, affrontare i problemi, e sappiamo che nell’attuazione del Pnrr gli ostacoli sono tantissimi, non lo vogliamo nascondere. Poi c’è un altro modo di stare al governo, che è quello invece di fare allarmismo e lavorare magari per vincere le prossime elezioni e non per risolvere i problemi». «Questo governo – ha ricordato – in questi mesi si è perso più nelle polemiche sui rave, sulle Ong, sul dibattito sul fascismo, piuttosto che sul Pnrr. E i risultati si vedono, perché il dossier è praticamente fermo: a distanza di sei mesi non sappiamo quali sono i capitoli che vogliono cancellare o riscrivere». Poi un salto nel passato. «Io – ha spiegato Carfagna – ricordo che noi, in meno di un mese, ereditammo il Piano scritto dal governo “Conte 2” non dicendo “però non lo abbiamo scritto noi, è impossibile realizzarlo” e quindi perdiamo i soldi che ci arrivano dall’Europa: no, ci mettemmo a lavorare a testa bassa, riscrivemmo quello che era possibile riscrivere e soprattutto presentammo nei tempi prestabiliti il Pnrr a Bruxelles affinché lo approvasse e perché eravamo consapevoli che si trattasse di un grande piano di investimenti, il più grande dal dopoguerra in poi, per modernizzare le nostre infrastrutture, le nostre ferrovie, le nostre scuole, i nostri porti, i nostri presidi sanitari». «Qui – il monito di Mara Carfagna – rischia di saltare l’architrave più importante del Pnrr, lo dico qui dalla Calabria, dal Sud: rischia di saltare quel vincolo del 40% dei fondi destinati al Mezzogiorno che noi avevamo individuato come strumento per ridurre i divari territoriali, facendo un lavoro molto difficile di sostegno, di monitoraggio 24 ore su 24, di assistenza alle amministrazioni locali». «Oggi leggiamo che tra i progetti sacrificabili ci sarebbero quattro tratte ferroviarie, tutte al Sud: il ministro Salvini spieghi se è vero o no, e il presidente del Consiglio chiarisca qual è l’idea di nazione». «Quindi chiediamo trasparenza e vogliamo sapere soprattutto cosa ne sarà del 40% dei fondi da destinare alle regioni del Mezzogiorno. Se c’è un problema di capacità amministrativa degli enti locali e sappiamo che questo problema c’è – noi intervenimmo con una serie di azioni – si intervenga, però ci si dica quali sono i problemi e noi siamo disponibili a offrire il nostro contributo».

L’autonomia differenziata

Oltre al Pnrr, altro terreno di scontro politico delle ultime settimane è il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata osteggiato dal Pd perché si temono ripercussioni nel Sud e in Calabria, accolto invece senza pregiudizi dal presidente Roberto Occhiuto. Anche Azione, però, non è del tutto contraria alla riforma. «Mi limito ad osservare – ha spiegato Mara Carfagna – che il disegno di legge Calderoli rischia di penalizzare il Sud perché la definizione dei Lep è demandata a una commissione di saggi, di esperti, di oltre 60 persone, ma non sono però finanziati. Dire “superiamo la spesa storica” è assolutamente condivisibile, ma per superare la spesa storica e definire i Lep c’è bisogno di finanziarli e di stanziare le risorse». Quello che Carfagna ricorda di aver fatto con il governo Draghi. «Erano stati definiti dalla commissione tecnica fabbisogni standard, perché c’è già una commissione tecnica che si occupa di definire i livelli essenziali delle prestazioni. Poi, il compito della politica è quella di stanziare le risorse, e noi stanziammo qui due miliardi per finanziare tre livelli essenziali delle prestazioni: per gli asili nido, per il trasporto scolastico degli studenti con disabilità e per gli assistenti sociali. Questo governo invece si limita a dire che i Lep verranno definiti ma il disegno di legge prevede che sia a costo zero questa autonomia. Questa mi sembra una presa in giro per il Sud». (g.curcio@corrierecal.it)

L’intervista:

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