«Puntuali, come ad ogni evenienza, sono spuntati gli haters contro Silvio Berlusconi. Blog e commenti di ogni genere sullo stato di salute dello statista. Mafioso, muori, e tanti aggettivi che è prudente non ripetere. Nessuna pietas, peraltro nella settimana santa, che dividesse un legittimo giudizio politico dalla comprensione per una condizione difficile.Del resto, Liliana Segre, reduce dai campi di concentramento, a 95 anni è dovuta finire sotto scorta per le schifezze subìte. E ha fatto bene a denunciare anche se il problema andrebbe affrontato dal legislatore. I social sono senza regole. Chiunque può iscriversi e aprire un profilo senza bisogno di carta d’identità. E quindi prosperano i fake con tanto di odio seminato non solo verso i personaggi più famosi. Inutile anche ricordare la frase di Eco sulla licenza data agli imbecilli. Si può continuare così? Consentendo a chiunque di insultare gli altri pesantemente, di scrivere frasi offensive senza nessuna sanzione? Gli algoritmi dei social sono ancora più strani. Se scherzi con un amico e scrivi una parola metaforica ti bloccano. Lo stesso se fai l’errore di ripetere, per condannare, frasi deliranti (“Sporca giudea “ alla Segre per esempio). E allora forse è giunto il momento di fare una cosa insieme, maggioranza e opposizione. Costringere intanto l’accesso con documentazione anagrafica. E poi prevedere le giuste punizioni. Senza ovviamente mettere mai in discussione la libertà di espressione che è un’altra cosa. Diventa difficile augurare la morte anche a Matteo Messina Denaro, per fare un esempio, se si è figli di una cultura liberale e cristiana su cui si è costruita la nostra civiltà. Questa tendenza italiana a diventare ultras facinorosi anche in presenza di fatti personali delicati andrebbe estinta. Perché è un altro schiaffo alla civiltà condivisa».
*Giornalista
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