CATANZARO Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso presentato dai legali e concesso la libertà all’imprenditore cosentino Ariosto Artese (difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Alessandro Diddi). Accolto anche il ricorso presentato dagli avvocati per la posizione di Giuseppe Bartucci (difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Nicola Carratelli) imprenditore considerato vicino agli uomini che fanno capo al clan gestito da Francesco Patitucci. Entrambi sono coinvolti nell’operazione denominata “Reset” della Dda di Catanzaro. Artese – per l’accusa – «pur senza far parte dell’associazione a delinquere, quale contropartita della protezione a lui offerta dai membri del predetto clan, contribuiva concretamente alla conservazione, al rafforzamento ed al raggiungimento degli scopi del sodalizio di matrice ‘ndranghetista, egemone sul territorio della città di Cosenza e della relativa provincia, mettendo a disposizione dello stesso le sue risorse economiche e le sue relazioni imprenditoriali». Artese, inoltre, avrebbe anche svolto il ruolo «da intermediario in una vicenda usuraria e si sarebbe prodigato nella mediazione finalizzata a far ottenere a Roberto Porcaro una partecipazione ai proventi della richiesta estorsiva da formulare al gestore di un parcheggio di veicoli di prossima apertura». (f.b.)
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