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processo black widows

La faida delle vedove nere di Sorianello, sette condanne in Cassazione. Rinvio per l’aggravante mafiosa

Al centro del procedimento c’è l’odio tra le famiglie Inzillo e Nesci. Contemplato il tentato omicidio di un 27enne e del fratellino

Pubblicato il: 05/05/2023 – 19:26
La faida delle vedove nere di Sorianello, sette condanne in Cassazione. Rinvio per l’aggravante mafiosa

ROMA La seconda sezione della Corte di Cassazione ha annullato con le sentenze d’appello del procedimento “Black Widows” limitatamente all’aggravante mafiosa. Solo su questo punto si rinvia ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro.
Gli imputati sono tutti di Sorianello, centro delle Preserre vibonesi interessato da una faida di ‘ndrangheta. Il procedimento contempla anche tentato omicidio di Giovanni Nesci e del fratello dodicenne (affetto dalla sindrome di down) commesso il 28 luglio 2017.
Viene, dunque, confermata la penale responsabilità di Rosa Inzillo, condannata a 5 anni, 8 mesi e 9000 euro di multa in appello; Viola Inzillo (6 anni e 10mila e 300 euro di multa in appello); Michele Nardo, (5 anni, 8 mesi e 9000 euro di multa in appello); Teresa Inzillo (2 anni e 4000 euro di multa in appello); Ferdinando Bartone (4 anni in appello); Salvatore Emmanuele (4 anni in appello); Maria Rosaria Battaglia (10 mesi e 20 giorni in appello, pena sospesa). Diventano definitive le sette condanne che in appello erano aggravate dalle modalità mafiose. Questa aggravante, però, dovrà essere sottoposta a un nuovo giudizio dall’appello bis che potrà influire sulle condanne.

La faida tra Inzillo e Nesci

Secondo gli investigatori l’odio tra le famiglie Inzillo e Nesci avrebbe radici lontane. «… Questo va tolto per prima dai piedi … gli devono tagliare i cannarozza». A palare è Viola Inzillo. Sono le donne, le black widows – vedove nere – a fomentare gli animi alla vendetta, ad imbracciare le armi e spingere alla carica contro gli esponenti della rivale famiglia Nesci, legata al clan Loielo. Gli agguati al centro della faida sono quelli dell’estate 2017: il primo, a giugno, costò la vita a Salvatore Inzillo, 46 anni, fratello di Viola, vicino al clan Emanuele (rivali storici dei Loielo). A luglio seguì il tentato omicidio di Alessandro Giovanni Nesci, 27enne di Sorianello, raggiunto da alcuni colpi di pistola mentre si trovava a percorrere a piedi una via del centro storico in compagnia del fratello 13enne, affetto da sindrome di down. Ma la vendetta per la morte del 46enne andava consumata e qualcuno dei componenti della famiglia Nesci doveva pagare con la vita.
Nel collegio difensivo gli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Nazzareno Latassa, Nicola Cantafora, Pamela Tassone, Marcello Scarmato.

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