FOGGIA «Dov’è Gessica? Sta bene?». È quanto avrebbe chiesto agli investigatori Taulant Malaj il panettiere albanese di 45 anni che, sabato sera a Torremaggiore, nel foggiano, ha ucciso la figlia di 16 anni, Gessica, ha ferito la moglie Tefta di 39 anni e ha ucciso un commerciante italiano di 51 anni Massimo De Santis. È quanto riferisce l’avvocato Giacomo Lattanzio che con il collegale Michele Maiellaro difende il panettiere fermato con l’accusa di duplice omicidio e tentato omicidio.
Nel corso del primo interrogatorio l’uomo avrebbe riferito che la moglie aveva ammesso di avere «una relazione con Massimo e che – ha continuato l’albanese – mi aveva chiesto scusa ma io volevo separarmi». Il panettiere avrebbe ancora raccontato che, nei giorni scorsi, ci sarebbe stata una discussione e lui avrebbe espresso l’intenzione di separarsi ma la moglie lo aveva convinto a restare a casa. «Non ho visto nulla. Avevo il nero davanti, era tutto buio e avevo il diavolo nel cervello».
Sabato notte, sempre secondo il suo racconto agli inquirenti, mentre marito e moglie erano a letto la donna ha iniziato a chattare con qualcuno scoprendo che stava parlando con il commerciante che abitava al terzo piano dello loro stesso stabile. Cosi è uscito di casa e lo ha atteso nel portone dell’abitazione. Quando è arrivato lo ha accoltellato, uccidendolo. Poi è salito al primo piano nella loro abitazione colpendo la moglie e la figlia che ha cercato di proteggere la madre.
«Non si riesce a comprendere l’aggressione a Gessica – ha detto l’avvocato Lattanzio -. L’uomo, infatti, era molto legato ai due figli». L’altro figlio, il più piccolo di 5 anni, è riuscito a salvarsi nascondendosi dietro il divano. L’albanese ha anche filmato le vittime con il suo telefono cellulare.
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