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il dibattito

«Sì al rilancio del settore, no a un unico Consorzio di bonifica »

Documento congiunto dell’Anbi e delle organizzazioni agricole sul progetto di riforma allo studio della Giunta regionale

Pubblicato il: 25/05/2023 – 17:24
«Sì  al rilancio del settore, no a un unico Consorzio di bonifica »

LAMEZIA TERME «Il sistema consortile calabrese ha, senza dubbio, necessità di essere rilanciato attraverso una seria riforma per dare loro anche maggiore operatività sui territori. La necessità del rilancio risulta determinata anche dal non aver, la Regione, dato compiuta attuazione alla riforma del 2008 non mettendo in campo le necessarie misure di accompagnamento previste dalla stessa riforma, del che è stato dato ampiamente atto dallo stesso Consiglio regionale con l’unanime mozione 91/2017». E’ quanto si legge in un documento unitario dell’Anbi e delle organizzazioni agricole Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri, Confcooperative. «L’Anbi e i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole – prosegue il documento – devono, pertanto, convenire oggi sull’esigenza di un rilancio dei Consorzi di bonifica che passi attraverso una riforma, che in attuazione dell’intesa Stato–Regioni del 18 settembre 2008, preveda la individuazione di comprensori di bonifica tali da “consentire azioni organiche su territori definiti sulla base di unità idrografiche ed idrauliche omogenee sia per la difesa del suolo che per le acque”, che abbiano “una valida dimensione gestionale” e che assicurino “la funzionalità operativa, l’economicità di gestione e una adeguata partecipazione da parte dei Consorziati al Consorzio”. Tuttavia, la Regione Calabria, invece di puntare su un progetto di lungo periodo che valorizzi in primis i consorziati e l’agricoltura calabrese, avanza proposte, ancora non formali, che rischiano di smantellare il sistema consortile, individuando nel Consorzio Unico il soggetto che svolgerà le funzioni degli enti eventualmente soppressi e liquidati. Non si comprende il vantaggio che possa derivare ai Consorziati ed alla agricoltura calabrese dalla realizzazione di un Consorzio unico in luogo di enti consortili che operino in comprensori omogenei, valorizzando il protagonismo dei consorziati, coniugando efficienza nella gestione e efficacia nella realizzazione degli obiettivi. I Consorzi – riporta il documento – hanno, dunque, bisogno di un serio progetto di rilancio. In tal senso, mentre si auspica una revisione di tale decisione, si esprime la ferma contrarietà alla istituzione di un unico Consorzio, nutrendo anche dubbi importanti sulla legittimità e sulle modalità con cui tale misura potrebbe essere attuata, contestandone, altresì, con forza l’opportunità».

Le richieste di Anbi e organizzazioni agricole

Nel documento poi si puntualizza: «Il progetto di rilancio-riforma, per essere condiviso dalle organizzazioni professionali agricole e dall’Abi Calabria, invece, deve imprescindibilmente prevedere:  contributi regionali certi per la manutenzione ordinaria e per la gestione delle opere pubbliche di- bonifica, al pari delle altre regioni, eliminando le discrezionalità decennali sino ad oggi perpetrate dalla burocrazia regionale, mantenendo le percentuali previste ai commi 3 e 4 dell’art. 8 della legge regionale 11/2003;  in attuazione dell’Intesa Stato-Regioni, punto 2 lett. a) e b), che la proposta di programmazione- delle attività, degli interventi e delle opere deve essere formulata dal Consorzio competente per territorio sulla base delle disposizioni regionali e delle eventuali linee guida emanate dalla regione, nonché della specifica situazione territoriale e non viceversa;  che la manutenzione ordinaria e la gestione a carico della contribuenza consortile, ma al netto dei contributi regionali, deve riguardare esclusivamente le opere pubbliche di bonifica realizzate dai Consorzi ed a questi date in gestione e non altro;  che la revisione degli attuali perimetri consortili avvenga di concerto con l’Anbi regionale e le organizzazioni professionali agricolte , nel rispetto dell’intesa Stato-Regioni che prevede una valida dimensione gestionale e una adeguata partecipazione dei Consorziati, salvaguardando le attività in essere presso gli attuali Consorzi relative alla attuazione del Pnrr ed ai finanziamenti nazionali e comunitari;  che nella revisione degli attuali perimetri consortili, nei confronti dei nuovi Consorzi, non vi sia- alcun trasferimento di rapporti giuridici attivi e passivi dei Consorzi eventualmente soppressi e messi in liquidazione, se non quelli riguardanti esclusivamente le opere pubbliche, di proprietà regionale, esistenti ed in corso di realizzazione;  che nella revisione degli attuali perimetri consortili si proceda, attraverso un piano industriale- sostenibile su tutte le attività che andranno a svolgere i nuovi Consorzi, al trasferimento del personale ai nuovi Consorzi che sia quello necessario per l’assolvimento delle funzioni istituzionali del Consorzio, distinto per qualifica e il cui costo sia sostenibile dalla contribuenza consortile. Inoltre, nel trasferimento del personale d’ufficio i profili tecnici prevalgano o al massimo siano pari ai profili amministrativi. Sia garantita, altresì, la salvaguardia dei livelli occupazionali, senza pregiudizio per i diritti acquisiti, pertanto, il personale che dovesse risultare in esubero, attraverso un percorso concertativo fra i nuovi Consorzi, le OoPpAa, le organizzazioni sindacali a livello regionale e la Regione, potrà essere oggetto nell’ordine: – di eventuale mobilità fra enti consortili o Enti regionali, – di percorsi formativi di recupero, – di esodo incentivato, in questi ultimi due casi con il concorso finanziario della Regione.  che, infine, ove si ravvisi l’esigenza di centralizzare alcune funzioni, la riforma deve individuare- queste funzioni d’intesa con le organizzazioni professionali agricole e l’Anbi regionale prevedendo, per il loro esercizio, un Consorzio di II grado. Le funzioni devono esplicarsi attraverso un centro di costo unico e attraverso una struttura centralizzata che tenga conto delle reali esigenze di tutto il territorio regionale».

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