LAMEZIA TERME «La prevenzione è chiaramente la cosa più importante, le malattie è meglio non farle venire, se malauguratamente vengono è meglio aggredirle in momenti più precoci, soprattutto nel campo dei tumori». Roberto Burioni, virologo e divulgatore scientifico di fama internazionale, traccia una panoramica ad ampio raggio sullo stato della sanità post pandemia, soffermandosi sull’importanza della prevenzione e della ricerca, due questioni che saranno affrontate nella due giorni “La meraviglia di stare al mondo” organizzata – oggi e domani – a Vibo Valentia dal gruppo del “Corriere della Calabria”.
Il punto di partenza è un’analisi degli effetti degli ultimi drammatici anni caratterizzati dall’esplosione del Covid che ha costretto le istituzioni politiche e sanitarie a rivoluzionare completamento l’approccio ai problemi. «Abbiamo vissuto l’emergenza più grave dal punto di vista sanitario dalla spagnola ad oggi, e quindi – esordisce Burioni parlando con il “Corriere della Calabria” – considerando che la medicina moderna nel 1918 non c’era questa è stata la prima vera emergenza che è stata affrontata dalla comunità scientifica e dalla comunità medica. Siamo passati da un virus nuovo e molto aggressivo, che si affacciava sulla popolazione, a un virus che, soprattutto grazie al miracolo dei vaccini che sono arrivati in tempo molto breve e che si sono dimostrati sicuri e molto efficaci, è stato costretto a diventare più buono e oggi c’è una popolazione che ormai nella quasi totalità è immune. Quindi abbiamo una comunità molto più resistente e questo ha fatto sì che l’emergenza sia terminata. La situazione a mio giudizio è abbastanza tranquillizzante, il virus sembra essersi stabilizzato e dalla fine del 2021 sostanzialmente non sono apparse nuove varianti. Tutte le varianti sono parenti strette di Omicron e quindi il virus sembra che abbia preso la strada definitiva nella sua evoluzione. Adesso – spiega il virologo – dobbiamo sperare – perché non possiamo avere la certezza – che non salti fuori una nuova variante più pericolosa. La cosa non è probabile ma dobbiamo stare pronti, perché, seppur non probabile, non possiamo escluderla. Inoltre dobbiamo anche vedere quanto durerà la protezione dei vaccini che abbiamo usato, per ora l’immunità complessiva fornisce un’ottima protezione nei confronti della malattia grave però il virus circola perché la protezione nei confronti dell’infezione è scesa e quindi – sostiene Burioni – dobbiamo osservare e vedere se ci sarà bisogno di una nuova vaccinazione e di un nuovo richiamo nei prossimi mesi».
Dalla Cina arrivano proiezioni di nuovo preoccupanti ma Burioni invita a non drammatizzare. «I numeri cinesi – dice infatti – non sono affidabili. La Cina ha dimostrato in questi tre anni di non essere minimamente affidabile nella comunicazione del numero dei casi, del numero dei morti e via dicendo, per cui personalmente le notizie che arrivano dalla Cina le prendo con molta, molta cautela. Generalmente questi virus sono stagionali ed è probabile che questo virus circolerà particolarmente in inverno, però quando un virus non è stabile una nuova variante potrebbe venir fuori e causare un nuovo picco di contagi, è già successo con Omicron in Italia nel gennaio 2022. Queste sono cose che dobbiamo osservare. In Italia per fortuna abbiamo una rete di sorveglianza molto efficace, gestita dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con molti laboratori: pertanto – rileva Burioni – dobbiamo tenere la guardia alta e sappiamo anche che, se mai dovesse saltare fuori una nuova variante, abbiamo la possibilità di produrre tempestivamente un nuovo vaccino che potrebbe aiutarci».
In generale l’esperienza del Covid, con particolare riferimento alla produzione di un vaccino in tempi comunque brevi, ha insegnato molto. «Noi – afferma ancora Burioni – abbiamo un nuovo strumento, di una potenza e di una velocità inimmaginabili. Quello che ci sta già regalando questa possibilità sono nuove strategie terapeutiche contro i tumori, stiamo facendo i vaccini personalizzati, e questo significa che si può prendere il tumore di una persona, paragonarlo ai tessuti normali, fare analizzare questi dati all’intelligenza artificiale e fare un vaccino per quella persona, non un vaccino per tutti ma un vaccino che funziona per quella persona. Questa è fantascienza, ma mettendo insieme da una parte la possibilità di sequenziare il genoma in poche ore e a prezzi ragionevoli e dall’altra parte la possibilità di fare un vaccino in qualche settimana – perché questo è il vaccino a Rna – facendolo progettare dall’intelligenza artificiale che fa il lavoro per noi perché altrimenti non potremmo farlo, sembra fantascienza ma è già successo. Si pensi ai cellulari: una batteria leggera e potente, uno schermo inimmaginabile 20 anni fa, computer microscopici, una rete di satelliti che ci dice dove siamo, nel telefonino c’è il navigatore. Chi l’avrebbe pensato 40 anni fa? Nessuno. Nessuna cosa da sola sarebbe stata sufficiente, ma tante cose messe insieme e combinate hanno portato a qualcosa che solo cinque anni fa era fantascienza: la stessa cosa sta avvenendo nella scienza. Oggi – prosegue il virologo – è una realtà, è un momento entusiasmante, molto bello. Dobbiamo gioire di questi successi della scienza perché sono successi nei quali vinciamo tutti».
Ovviamente, per Burioni «la prevenzione è chiaramente la cosa più importante, le malattie è meglio non farle venire, se malauguratamente vengono è meglio aggredirle in momenti più precoci, soprattutto nel campo dei tumori. Ricordiamo che già abbiamo due vaccini che impediscono l’insorgenza dei tumori o la ostacolano fortemente, sono il vaccini contro il virus del papilloma e il vaccino contro il virus dell’epatite B: sono vaccini efficaci, sicuri e gratuiti, forniti dal Servizio sanitario nazionale. E poi lo screening, lo screening precoce, la mammografia, il pap test, lo screening del sangue occulto nelle feci nel cancro del colon retto. Sono elementi fondamentali perché queste sono tutte malattie che se colte in una fase molto precoce offrono grandissime possibilità di guarigione oggi. E noi speriamo che la scienza, di questi strumenti, ce ne dia sempre di più, perché anche in questo caso l’intelligenza artificiale ci aiuta a identificare le persone più a rischio in maniera efficace e quindi magari in futuro potremmo identificare gruppi di pazienti nei quali fare uno screening molto molto più attento e magari – rimarca il virologo – riuscire a combattere meglio alcuni tumori che oggi sono ancora molto gravi». Un pensiero speciale infine Burioni lo riserva alla Calabria: «Mi dispiace moltissimo, purtroppo questa settimana è impossibile muovermi per una lunga serie di impegni professionali, ma io amo tantissimo la Calabria e ogni volta che posso venire sono molto felice sia per la simpatia dei calabresi, per l’affetto di persone fantastiche e per i tanti amici che ho, sia per la bellezza dei luoghi, e non ultimo per la bontà dei cibi e dei vini, io sono un grande fan della “pitta ‘mpigliata”. La buona alimentazione fa bene allo spirito, e quindi si rafforza il sistema immunitario con i vostri cibi, il vostro mare e le vostre montagne, che sono belli». (redazione@corrierecal.it)
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