COSENZA Sono le 13:13 del 4 dicembre 2018, il telefono di Rocco Abbruzzese alias “zurrune” viene intercettato da chi indaga nell’ambito dell’inchiesta denominata “Athena” coordinata dalla Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. La captazione restituisce la presenza di Gennaro Presta e Gianluca Maestri (entrambi indagati) a Cassano allo Ionio. Due degli esponenti dei clan cosentini decidono di far visita agli “zingari” di Lauropoli: il motivo è legato all’approvvigionamento di sostanze stupefacenti destinate alle piazze di spaccio di Cosenza.
I cosentini appaiono impazienti, Presta chiede a Rocco Abbruzzese di parlare con Nicola Abbruzzese detto “semiasse”, in quel momento irreperibile. «Prova a fargli uno squillo a Nino che sennò questo ritarda oggi …e non ce ne andiamo più!». Rocco Abbruzzese asseconda la richiesta «e allora glielo faccio, dai!». Passano i minuti e “semiasse” si palesa. Secondo gli investigatori, prima consegna alla sorella una cospicua somma di denaro, da conservare poi chiede al cognato «di recuperare delle buste» nonostante, quest’ultimo, riferisse di aver un altro impegno. Intanto, i cosentini e “semiasse” iniziano presumibilmente le operazioni di confezionamento dello stupefacente. Il capo clan cassanese, chiede ai presenti lumi sulla qualità della merce. «E’ buona?» e, senza attendere risposta, dispone la lavorazione di un’altra dose. Le operazioni proseguono e “semiasse” chiede di verificare il peso di un nuovo quantitativo di droga. «Vedimi questa». «Centosettantuno», dice Rocco Abbruzzese. I cosentini però nutrono dubbi sulla qualità della droga. «Ti dico che si sbriciola, si sbriciola!», osserva Presta e gli fa eco MAestri: «te ne accorgi già quando… quando la tocchi… si fa a “farineddra” gua’… la vedi la “farineddra?». Intuita la perplessità dei due, Nicola Abbruzzese abbandona definitivamente l’argomento riprendendo le operazioni di pesatura prima del confezionamento.
Passa circa un mese dall’ultima intercettazione, e gli “zingari” di Cassano allo Ionio e i cosentini Maestri e Presta si ritrovano, nel pomeriggio del 17 gennaio 2019, coinvolti in un altro approvvigionamento di stupefacente. Dopo le consuete operazioni di confezionamento, il “direttivo” del clan si impegna nella raccolta dei crediti vantati nei confronti dei clienti. “Zurrune”, intercettato, informa il capo cosca del denaro che, tale «genero di Raffaele» gli aveva mandato a parziale estinzione di un debito. Nicola Abbruzzese provvede al conteggio del denaro «due … tre … quattro … uno … due …tre… quattro e cinque! …E sono cinque!; uno … due … tre … quattro e cinque» e dopo «esplicitava al cassiere della cosca Rocco Abbruzzese» la cifra ancora da esigere «altri tre e venti ci deve portare Rò!». I cassanesi si recano a Cosenza, per la raccolta di denaro. Ben prima di completare la “visita” nella città dei bruzi, è Nicola Abbruzzese ad azzardare la cifra della riscossione, «nell’ordine della decina di migliaia di euro in banconote di piccolo taglio» e lasciando in attivo ancora un credito pari a 14mila e 500 euro. «Rimangono quattordici e cinque».
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