TRENTO Due milioni di euro. A tanto ammontano le richieste delle parti civili – Provincia di Trento, Comune di Lona Lases, Stato e Cgil – che stamattina in tribunale a Trento hanno ribadito la propria posizione nell’ambito del processo “Perfido”, il primo procedimento giudiziario sulle presunte infiltrazioni dell’Ndrangheta nel tessuto economico del porfido. Alla sbarra, otto imputati per cui la procura ha chiesto complessivamente 88 anni di carcere. In aula, tutte le parti civili compresi i tre lavoratori cinesi che, secondo l’accusa, sarebbero stati oggetti di sfruttamento e riduzione in schiavitù. La sentenza è prevista per il 26 luglio
«La costituzione è motivata dalla volontà di intervenire in una situazione nella quale dove governano le organizzazioni criminali il mercato del lavoro diventa guasto e vengono lesi i diritti dei lavoratori, senza possibilità di intervento da parte dei sindacati, con danni per tutto il tessuto economico e affermazione della violenza, come accaduto nel caso del lavoratore di origine cinese ridotto in fin di vita», ha detto l’avvocato Giovanni Guarini, in rappresentanza di Fillea Cgil.
Con domani, martedì 18 luglio, iniziano le udienze per le arringhe dei legali della difesa, che proseguiranno fino a martedì 25 luglio (con l’eccezione di venerdì 21 luglio). La sentenza è attesa per mercoledì 26 luglio.
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