ROMA Le filiali bancarie diventano sempre più un miraggio, e ogni giorno che passa ci sono sempre più chiusure di sportelli nelle città italiane; tanto che le filiali chiuse sono quasi 600 in questi primi sei mesi del 2023. Ma non sempre, questa situazione, riguarda il piccolo centro, anzi: va meglio Barletta di Milano. Il quadro della presenza territoriale delle banche lo disegna la First Cisl (Federazione italiana reti dei servizi del terziario) secondo i risultati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba che ha anche messo a punto l’indicatore di desertificazione provinciale (Ipd). Trovare uno sportello – spiega la First – «sta diventanto sempre più difficile», ed è ora «più facile» farlo «a Barletta o a Grosseto che a Milano o a Roma»; il capoluogo della Lombardia si piazza infatti al 16esimo posto, mentre per esempio Roma al 34esimo. Negli ultimi sei mesi sono quindi aumentate le persone senza uno sportello nel proprio comune (salite di 270mila). Portando il totale di chi vive questo ‘deserto bancario’ a oltre 4,2 milioni persone in totale. E’ una situazione – si rileva – che tocca anche le imprese (249mila in tutto) che «non hanno accesso ai servizi bancari nel comune di residenza». Secondo la classifica vanno «male le grandi città, il Sud resiste». Al vertice, con lo stesso punteggio, «ci sono Barletta-Andria-Trani e Brindisi, Grosseto e Pisa, Ravenna e Reggio Emilia e Ragusa. In queste sette province nessun comune è rimasto senza sportelli bancari». Sul secondo gradino ci sono Bari e Livorno (Toscana). Al terzo posto troviamo Mantova, al quarto Siena e Venezia, al quinto Modena. Per trovare le grandi città, dove, con l’eccezione di Mps, hanno sede i maggiori gruppi bancari «bisogna scendere alla 16esima posizione, occupata da Milano. Trento, sede del gruppo del credito cooperativo Ccb, è 19esima. Staccate Roma (34esima) e Napoli (41esima)». Il fondo della graduatoria è occupato da Calabria e Molise. All’ultimo posto, appaiate, Vibo Valentia e Isernia, precedute da Campobasso e Cosenza. In base ai numeri relativi alla fine del 2022, emerge che nel primo semestre del 2023 la desertificazione è avanzata più velocemente nelle Marche (-5%), in Lombardia (-3,9%), Sicilia (-3,6%), Lazio (-2,9%), Umbria e Veneto (-2,6%). Secondo il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani «le realtà che occupano i primi posti si contraddistinguono per il radicamento delle piccole banche, che con il rialzo dei tassi d’interesse vedono premiato il loro modello di business incentrato sulla territorialità e sull’erogazione del credito. È un’ulteriore conferma che la biodiversità bancaria non è un costo, ma una ricchezza, soprattutto in un contesto che vede le grandi banche continuare a chiudere filiali. Un ritmo insostenibile – conclude – che mette a rischio l’economia dei territori e la coesione sociale».
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