Cedono gli scaffali, imprenditore muore schiacciato dalle forme di Grana Padano
Il corpo di Giacomo Chiapparini è stato recuperato in mattinata dopo una notte di ricerche

BERGAMO È stato ritrovato questa mattina, dopo una notte di ricerche dei vigili del fuoco, il corpo senza vita di Giacomo Chiapparini, titolare dell’omonima azienda agricola di Romano di Lombardia e che ieri sera era stato travolto dalle forme di Grana Padano cadute assieme ai bancali nel magazzino del suo caseificio. Vane fin da subito le speranze di ritrovarlo in vita. Ora i carabinieri e Ats Bergamo stanno cercando di capire cosa abbia causato il crollo a ‘effetto domino’ degli scaffali: in tutto sono cadute 25mila forme in un’area di duemila metri quadrati. Ingenti anche i danni economici, ora al vaglio.
I carabinieri e Ats Bergamo stanno cercando di far luce sulle cause della morte di Chiapparini, il cui corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco – intervenuti con 21 unità – e dal personale di Areu. Nel capannone di duemila metri erano infatti accatastate per la stagionatura 25mila forme di Grana, disposte su lunghi e stretti ripiani, in pile di 20 e per tutta la larghezza dell’edificio. Il cedimento di uno degli scaffali, alti oltre dieci metri, ha causato un effetto domino e fatto cadere tutti gli altri, travolgendo anche Chiapparini. Nessun danno strutturale, invece, alla struttura del capannone, né può avere avuto un ruolo il forte vento che ieri sera soffiava sulla zona. Nel magazzino era operativo un dispositivo automatico che ruota le forme di Grana, procedura indispensabile per la stagionatura: è stato forse questo strumento, spostandosi, a causare l’incidente. I colleghi di Chiapparini – nella Bassa bergamasca sono numerosi i caseifici autorizzati a produrre il Grana Padano – non si spiegano come possa essere accaduto un simile incidente. I danni sono ingenti. Ora sono pronti ad ospitare le forme di grana perché non vadano perse come aveva fatto, in occasione della recente alluvione in Emilia-Romagna, Chiapparini che aveva ospitato proprio nel capannone circa 10 mila forme trasportate e ‘salvate’ dall’ondata di fango.