LOCRI Si dicono pronti a tutto, anche a bloccare – come estrema forma di protesta – la Strada statale 106, se le richieste dei territori non dovessero essere ascoltate ai tavoli regionali e nazionali. La chiusura della Strada 682 “Jonio-Tirreno”, l’arteria che collega la fascia ionica con quella tirrenica nel Reggino, preoccupa fortemente i cittadini della Locride che si sono riuniti per fare il punto su una problematica che si lega in modo indissolubile con quella atavica della sanità: sarà infatti impossibile per i presidi ospedalieri di Locri e Polistena comunicare con celerità se la strada dovesse essere chiusa al traffico per circa 20 mesi, così come trapelato nelle scorse settimane. Un intervento da 35 milioni di euro, che servirà per rifare tutta la parte interna della galleria della Limina, dovrebbe prendere il via a gennaio. Un lavoro improcrastinabile – secondo quanto riferito ai sindaci dall’Anas – e per il quale non è possibile pensare a una soluzione diversa dalla chiusura totale. Ma i dubbi sono ancora tanti, insieme alla paura dell’isolamento causata dall’assenza di strade alternative valide. «Dobbiamo organizzare una resistenza civile», ha sottolineato nel corso del suo intervento il presidente del Tribunale del Malato Pino Mammoliti, promotore dell’assemblea pubblica alla quale hanno partecipato il vicesindaco di Locri Alfredo Cappuccio, la Garante regionale per la salute Anna Maria Stanganelli, il presidente dell’assemblea dei sindaci della Locride Vincenzo Maesano e diversi rappresentati istituzionali locali e regionali.
Viabilità a rischio e ospedale di Locri carente dal punto di vista strutturale e di personale. Questi i due punti sui quali i cittadini hanno avanzato richieste ben precise. «I rappresentanti politici e istituzionali del nostro territorio – ha affermato Mammoliti ai microfoni del Corriere della Calabria – non hanno avuto il coraggio di affrontare con uno spirito diretto basato sulla lealtà comunicativa oltre che sulla lealtà progettuale, quelle che sono le emergenze che deriveranno dalla chiusura della galleria della Limina. La gente non sa perché si chiude la galleria, quando si chiude e quali sono le potenziali soluzioni alternative, la gente sa in modo sommario che verrà chiuso questo tratto di strada, ma senza sapere né come né perché né per quanto tempo soprattutto. Insieme a questo – aggiunge Mammoliti – c’è il problema centrale della nostra vicenda umana, perché la posta in gioco è la nostra salute: è quello dello smantellamento dell’ospedale di Locri che per molto tempo è stato solo un serbatoio elettorale di consensi, un corrusco maniero per proteggere interessi di parte di gente che ha tradito più volte sistematicamente la Locride. Noi a questo progetto ci ribelliamo».
Precise e messe nero su bianco le richieste sulle problematiche relative all’ospedale e indirizzate al presidente della Regione e commissario alla Sanità Roberto Occhiuto e al direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia. Nel documento si chiedono «risposte concrete alle non più procrastinabili emergenze dovute alla mancanza di medici in alcuni reparti». In particolare: «Nella divisione Cardiologia -Utic mancano, oltre al Primario, almeno cinque medici, di cui uno impiantista di pace macker, per affrontare le emergenze quotidiane; In Radiologia è urgente il potenziamento del personale medico, perché solo tre radiologi, compreso il Primario, non possono reggere il peso della continua utenza. Sarebbe opportuno fare rientrare i medici che hanno ottenuto il distacco in altre sedi pur essendo stati assegnati all’ospedale di Locri; Nel reparto di Pediatria il personale medico è costretto a turni stremanti e al limite della sofferenza fisica. Avere almeno altri due pediatri è quanto mai necessario; La divisione di Nefrologia e Dialisi, dove si registrano quasi cento utenti al giorno, è sorretta da soli tre medici; A breve l’Urologia rimarrà con soli due medici, in quanto il terzo è prossimo al pensionamento; La Gastroenterologia ha un solo medico che esegue esami di diagnostica (colon e gastroscopia), necessita, almeno, di altre due unità».
«Siamo pronti ad andare oltre con il blocco della strada statale 106 se le richieste dei territori non dovessero essere ascoltate», dice poi Mammoliti che fa il paragone con altri casi attenzionati dal Governo nazionale: «Dopo l’alluvione dei giorni scorsi, il Governo, d’intesa con la Regione Friuli Venezia Giulia, ha stanziato 50 milioni di euro per tutelare gli interessi della popolazione friulana, giustamente. Qui da noi, se noi non azioniamo il nostro diritto di legittima difesa, perderemo su tutti i versanti».
In rappresentanza dei sindaci della Locride Vincenzo Maesano ha sottolineato la volontà dei primi cittadini di porre la questione all’attenzione del Governo Meloni: «Al termine dell’ultima Assemblea abbiamo deciso di chiedere al presidente Occhiuto affinché si faccia portavoce per far sì che la problematica Locride venga portata, nelle sue diverse sfaccettature, sul tavolo nazionale perché la chiusura di una strada così importante determina delle conseguenze gravi dal punto di vista sociale e della salute pubblica, non dimentichiamo poi i collegamenti anche tra le due sponde della nostra Calabria per quanto riguarda le scuole, le università o anche i collegamenti con i trasporti. E’ un problema generale che non può sfuggire al Governo nazionale», ha detto Maesano che ha infine parlato di collaborazione con i sindaci della Piana: «Da ora in poi – ha concluso – qualsiasi iniziativa la faremo insieme, questo è un altro segnale importante». (redazione@corrierecal.it)
x
x