CATANZARO Il ministro delle Infrastrutture Salvini “taglia i fondi al Sud per finanziare le opere del Nord” – in particolare di Piemonte, Lombardia e Veneto – inserite nel Pnrr: lo scrive “Repubblica” che riferisce di una rimodulazione di interventi per complessivi 2,5 miliardi che determinerebbe il definanziamento di alcuni progetti anche in Calabria, segnatamente la velocizzazione della linea Lamezia Terme-Catanzaro e della linea Sibari-Porto Salvo. Repubblica cita una interrogazione parlamentare del Pd Marco Simiani «per capire la “ratio” dietro le scelte del ministero che trasferisce soldi, veri, al Nord mentre il suo vertice è impegnato nella campagna mediatica per il Ponte sullo Stretto», quindi specifica che i dati di questa rimodulazione «sono stati messi nero su bianco in una informativa del ministero delle Infrastrutture inviata al Cipess (il vecchio Cipe), il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica». Nel testo – prosegue il quotidiano in un pezzo a firma Antonio Fraschilla – «si fa riferimento alla necessità di trovare risorse per opere inserite nel Pnrr e che rischiano di fermarsi nel 2023 per mancanza di copertura economica: “E’ emersa la necessità di verificare – si legge nell’informativa – una possibile rimodulazione delle risorse già allocate sui progetti del contratto, in considerazione della maturità delle attività progettuali e delle attività di gara esperibili nel 2023, sia in funzione delle esigenze rappresentate dai commissari, sia con l’obiettivo di garantire gli obiettivi del Pnrr” ».
Secondo “Repubblica” «d’intesa con Rete ferroviaria italiana e il ministero dell’Economia è stato scelto un pacchetto di “interventi per i quali lo stato progettuale non consente di bandire le gare entro il 2023”: progetti che vengono quindi definanziati. Tra questi la linea ferroviaria Roma-Pescara nella tratta interporto d’Abruzzo-Chieti-Pescara per 568 milioni di euro e nella tratta Sulmona-Avezzano per 277 milioni di euro. E, ancora, il raddoppio della Falconara-Orte per 326 milioni, il potenziamento della tratta Tivoli-Guidonia per 179 milioni, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma per 175 milioni. Ma anche la velocizzazione della linea Lamezia Terme- Catanzaro e della Sibari-Porto Salvo in Calabria. Definanziata anche linea Firenze -Pisa per 299 milioni. Uniche opere definanziate al Nord sono il nodo di Novara per 77 milioni di euro e Raddoppio della linea Maerne-Castelfranco Veneto per 277 milioni».
In totale – prosegue “Repubblica” – «la rimodulazione vale 2,5 miliardi di euro, soldi che saranno subito dirottati per altre opere: 1,1 miliardi di euro, quasi la metà dell’intera rimodulazione, andranno per la linea ad Alta velocità Verona-Padova e per l’attraversamento di Vicenza. Altri 462 milioni per il nodo Terzo Valico di Genova. E, ancora, 563 milioni per coprire cantieri e gare in corso nel 2023. I restanti 500 milioni sono divisi a pioggia, tra gli altri, per il nodo di Bolzano (15 milioni) per la linea Torino-Padova (50 milioni) o per l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico del nodo di Firenze dell’Alta velocità (80 milioni) e i sottopassi della Merano-Bolzano (15 milioni di euro). Su Roma aumentate le risorse per 21 milioni per il “potenziamento della Roma-Tuscolana”. Per il Mezzogiorno nell’elenco dei beneficiari c’è solo il bypass ferroviario di Augusta per 68 milioni di euro e una tratta della Foggia-Lecce per 12 milioni di euro». Al reportage di Repubblica ha replicato il parlamentare calabrese della Lega Domenico Furgiuele, spiegando che «nessuna opera sarà cancellata» (qui il suo intervento). (redazione@corrierecal.it)
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