ARDORE «Ha dimostrato che se si dà il giusto sostegno, se si supportano le persone che si spendono davvero per cercare di cambiare le cose non solo le promesse possono diventare realtà, ma possono rappresentare il vero contrasto alla violenza». Sono le parole espresse tramite un post sui social dalla Fondazione Una Nessuna Centomila nel commentare la visita, avvenuta ieri, di Fiorella Mannoia al centro antiviolenza “Angela Morabito” di Reggio Calabria. Una promessa mantenuta in una terra, la Locride, «dalle promesse mancate». L’artista romana ha incontrato le operatrici del centro, costruito grazie ai fondi ottenuti dal concerto Una Nessuna Centomila del 2022. All’evento, al quale aveva aderito anche la Mannoia, avevano partecipato più di 100.000 persone. Si tratta, come scrive la Fondazione, di «un passaggio fondamentale: in tutto il territorio della Locride non esisteva nulla di specifico che permettesse alle donne di raccontare e denunciare la violenza subita. Prima non c’era, adesso c’è. E non solo esiste, ma è già riuscito a sostenere donne con casi molto complessi che mai avrebbero pensato di poter uscire da quell’incubo». Da qui, l’impegno mantenuto con le donne che gestiscono il centro. «Ieri – continua il post – le abbiamo ascoltate e ci hanno restituito il lavoro prezioso di questi mesi. Vogliamo per questo ringraziare Francesca Mallamaci, Lucia Lipari, Enza Corasaniti e Daniela Andrianò per il lavoro straordinario che stanno conducendo con passione e professionalità. Per noi ieri è stata una giornata speciale».
Fiorella Mannoia si è poi esibita a Roccella Ionica insieme a Danilo Rea, nell’ambito del Summer Festival del comune reggino. A conclusione del concerto, come racconta la Fondazione, «Fiorella ha trasformato il finale della sua canzone “Quello che le donne non dicono” affermando che quel “ti diremo ancora un altro sì” non è scontato. È un forse, o anche un no. Ed ha urlato: “Quando le donne dicono no, è no”. Ha fatto riferimento allo stupro di Palermo e il pubblico le ha tributato una standing ovation». Un segnale importante, ma la strada, come dimostrano i terribili fatti recenti, è ancora lunga. «Certo, c’è tanto da fare – si conclude il post – e la violenza quotidiana e quella raccontata come un’emergenza in questi giorni è lì a testimoniarcelo. Ma c’è un popolo che si indigna, che si interroga e che ha bisogno di strumenti culturali per capire. La Fondazione Una Nessuna Centomila sta dalla parte delle donne e di tutti quelli che vogliono provare a cambiare le cose».
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