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Il caso

La “Aya M” al largo del Tirreno cosentino, il “giallo” si infittisce

A distanza di sette mesi l’imbarcazione è ritornata ad effettuare l’Up&down” tra Cetraro e Campora San Giovanni

Pubblicato il: 08/09/2023 – 23:21
di Roberto De Santo
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La “Aya M” al largo del Tirreno cosentino, il “giallo” si infittisce

AMANTEA Sarà una combinazione o una scelta consapevole del comandante. Ma a distanza di sette mesi esatti la “Aya M”, la nave da carico del tipo Ro-Ro battente bandiera di Panama, è ritornata a “ronzare” davanti le coste del Tirreno cosentino.
In particolare nel tratto di mare tra Campora San Giovanni e Cetraro come aveva fatto la stessa imbarcazione a febbraio scorso.
Anche in questo caso avrebbe intrapreso la manovra definita tecnicamente di “Up&down” nello specchio d’acqua. Si tratta della scelta del comandante dell’imbarcazione di procedere lentamente avanti e dietro lungo lo specchio di mare antistante le cittadine rivierasche del Tirreno cosentino.


Da alcune ore la grossa nave percorre appunto su e giù quel tratto di acque.
È una porta container da 125 metri partita da Genova lunedì pomeriggio e diretta al porto di Misuraca in Libia con arrivo previsto il prossimo 11 settembre. Una destinazione diversa rispetto a quella del febbraio scorso, quando la “Aya M” fece rotta per la Valletta a Malta.

La portacontainer “Aya M” che sta effettuando la navigazione al largo del Tirreno cosentino


Ma anche in questo caso, la nave costruita nel 1995, ha scelto di effettuare l“Up&down” davanti il medesimo specchio di mare.
Una peculiarità che non ha tardato di insospettire ed allarmare la popolazione che risiede lungo il Tirreno cosentino e che hanno segnalato la presenza dell’imbarcazione al Corriere della Calabria.

Il caso “Rosso” e la morte di De Grazia

La nave “Rosso” arenata sulla spiaggia di Amantea


La memoria anche in questo caso ritorna alla vicenda della “Rosso” che proprio lungo questa tratta di costa – esattamente in località Formiciche di Amantea – spiaggiò nel 1990. Anche quell’imbarcazione nota come una delle “navi dei veleni” era dello stesso modello della “Aya M” cioè una nave capace di movimentare i container a bordo sia a poppa che a prua. La “Rosso” naufragò 33 anni addietro lasciando dietro una serie di quesiti mai risolti. Una vicenda al centro di diverse inchieste da parte della Procura della Repubblica di Lamezia prima e poi Paola concluse con l’archiviazione.
Un caso finito anche nel mirino del capitano Natale De Grazia che, per conto della Procura di Reggio Calabria, negli anni 90 indagò sugli affondamenti sospetti. Proprio durante le sue indagini l’uomo di punta di quell’inchiesta morì «avvelenato». Così come emerse nella perizia consegnata nel 2013 alla commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella, in cui il professor Giovanni Arcudi sentenziò che la morte del capitano era da riferire a «una causa tossica». Proprio quella commissione consegnò alla storia un volume con i tanti sospetti che hanno girato attorno alle “navi dei veleni”.
Storie e vicende che tornano alla mente di chi in quel tratto di costa vive e ricorda quanto avvenuto. Sospetti che riaffiorano ogni qualvolta si scorge al largo del Tirreno cosentino una portacontainer simile alla “Rosso”. Come nel caso della “Aya M”. Pura e semplice casualità, forse. (r.desanto@corrierecal.it)

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