LAMEZIA TERME Armi in quantità industriale “in libera uscita” e i lavori di ricostruzione. La guerra in Ucraina si profila come un potenziale enorme business per la ‘ndrangheta e le organizzazioni mafiose: sono diversi gli allarmi che arrivano in questa direzione, allarmi che ora trovano un’ulteriore sostanza con le analisi della Direzione investigativa antimafia. «È ipotizzabile che in particolare la ‘ndrangheta – mafia allo stato più diffusa a livello globale – tragga vantaggio dalla situazione bellica e postbellica», scrive la Dia nell’ultima sua relazione, resa nota ieri. Un capitolo ad hoc del report infatti è dedicato alle dinamiche criminali delle organizzazioni come la ‘ndrangheta all’estero e in particolare all’area dei Paesi dell’ex Unione sovietica. Paesi che per la Direzione investigativa antimafia «sono sempre stati interessati dal traffico illecito di droga, sigarette e altra merce illegale, destinati all’Occidente. I capitali russi – spiega la Dia – vengono reinvestiti anche in Italia, e in particolare nelle aree costiere dell’Emilia Romagna, della Toscana e della Sardegna, principalmente nei settori immobiliare, finanziario e nel comparto import-export. Le organizzazioni criminali transnazionali potrebbero aver guadagnato ulteriori opportunità di profitto con l’invasione russa dell’Ucraina, segnatamente per il traffico delle armi, la tratta di esseri umani, le frodi on-line, gli attacchi informatici e l’appropriazione indebita di fondi destinati a sostenere i rifugiati».
La Dia ricorda che «al riguardo, il 28 marzo 2022 i ministri Uedegli Affari interni hanno espresso il loro sostegno per la mobilitazione della piattaforma Empact (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats) allo scopo di coadiuvare gli Stati membri nella conseguente attività di contrasto». Ma è l’ultimo passaggio della reazione che lancia l’Sos: «È ipotizzabile – scrive infatti la Dia – che in particolare la ‘ndrangheta – mafia allo stato più diffusa a livello globale – tragga vantaggio dalla situazione bellica e postbellica. L’attuale contesto, caratterizzato da una profonda crisi sociale e finanziaria causata dalla pandemia prima e dal conflitto russo – ucraino poi, potrebbe indurre la criminalità organizzata ad attuare una strategia di acquisizione di beni ed imprese nei più svariati settori». (a. c.)
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