CATANZARO Una udienza ricca di colpi di scena e conclusasi con il rinvio al prossimo 29 settembre. Nell’aula bunker di Catanzaro, gli imputati coinvolti nell’inchiesta “Reset” – che hanno optato per il rito alternativo – hanno assistito ad una doppia e clamorosa dichiarazione resa da alcuni protagonisti dell’operazione conclusa nel settembre del 2022 dalla Dda di Catanzaro. Prima l’annuncio di Francesco Greco (qui la notizia), di voler collaborare con la giustizia. Il 50enne cosentino indagato, ritenuto vicino a Roberto Porcaro, ha deciso di saltare il fosso (qui la notizia). Fin qui, nulla di così sorprendente. Passano alcune ore, e intorno alle 15 è proprio Roberto Porcaro a sganciare la bomba. L’ex reggente del clan degli “Italiani” prende la parola e annuncia: «Non intendo più proseguire in questo percorso, revoco il mandato al mio avvocato». L’aula rimane in silenzio per qualche secondo, facce attonite provano a ripetere quanto dichiarato dall’ormai ex collaboratore. La sua intenzione di chiudere con il passato criminale, viene letteralmente spazzata via da poche e semplici parole che pesano e tanto sul futuro sviluppo del procedimento.
Nella prossima udienza, sarà dato il via agli abbreviati condizionati e saranno escussi l’imputato Giuseppe Caputo e il collaboratore di giustizia Franco Bruzzese. Intanto, il collegio difensivo ha fatto richiesta alla gup Fabiana Giacchetti di astenersi perché giudicata – a parere degli avvocati degli imputati – incompatibile per via dei rinvii a giudizio già decisi. La Procura ha interloquito, chiedendo il rigetto e il gup si è riservata una decisione che sarà annunciata nel corso della prossima udienza.
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