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la decisione

Presunti abusi sessuali sulla figlia della convivente. Assolto un reggino

A darne notizia l’avvocato dell’imputato, il legale Fabio Tuscano. La sentenza pronunciata dal tribunale di Reggio Calabria

Pubblicato il: 22/09/2023 – 10:08
Presunti abusi sessuali sulla figlia della convivente. Assolto un reggino

REGGIO CALABRIA Assolto perché il fatto non sussiste. Il Tribunale di Reggio Calabria in composizione collegiale ha assolto nella tarda serata di ieri il reggino S.V difeso dall’avvocato Fabio Tuscano dall’accusa di violenza sessuale in danno della propria figlia. Nei confronti dell’imputato la procura reggina aveva chiuso le indagini e portato a processo con l’accusa pesantissima di aver posto in essere ripetutamente condotte di abusi e violenze sessuali nei confronti della propria figlia allora convivente.

Il processo

All’esito dell’istruttoria dibattimentale che ha visto l’escussione dei carabinieri che hanno condotto le indagini, della madre e della sorella della persona offesa costituitasi parte civile, l’ufficio di procura avanzava richiesta di condanna alla pena di anni sette e mesi sei di reclusione e depositava a sostegno sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria per vicende analoghe commesse circa dieci anni prima. La parte civile si associava alla richiesta dell’ufficio di procura. Prendeva la parola l’avvocato Fabio Tuscano nell’interesse dell’imputato ed evidenziava la totale inattendibilità della parte civile, smentita peraltro anche dalle sommarie informazioni rese dal compagno del tempo, che nel corso della propria escussione cadeva più volte in contraddizione sia sul fatto che sul tempo del commesso reato. Parte civile smentita peraltro anche dalle dichiarazioni della propria madre e della sorella che confermavano l’indole violenta dell’uomo ma escludevano qualsiasi forma di violenza sessuale. L’avvocato Tuscano evidenziava che la figlia non era credibile atteso che rispetto a quanto denunciato i fatti non potevano essere accaduti per come descritto atteso che la stessa dichiarava di aver iniziato a subire violenza nel mese di ottobre 2017 per circa più di un anno per poi riferire che nel 2018 aveva vissuto a Messina presso la casa di una sua amica. Concludeva il difensore con richiesta di assoluzione a formula ampia condivisa dal Tribunale collegiale reggino che assolveva l’imputato perché il fatto non sussiste.

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