COSENZA «Più che rischiare la Calabria ha già in programma di tagliare 79 autonomie a partire dall’anno scolastico 2024-2025. Questo accade perché sono cambiati i parametri su cui oggi si stabiliscono le autonomie scolastiche che sono passate alle Regioni che naturalmente recepiscono quelle che sono le linee guida del Ministero. E la Calabria, in base alla popolazione scolastica presente, deve tagliare quel numero di scuole. Un numero che poi ovviamente viene trasmesse anche alle Province in base a quella che è la densità abitativa della popolazione scolastica». Così Mimmo Denaro segretario generale Fp Scuola Cgil Calabria ha spiegato a “Buongiorno Regione” in onda su Raitre il sistema che sta ridisegnando la rete scolastica calabrese comportando tagli.
«La questione – ha sostenuto Denaro – è che qui si ribaltano le cose. Nel senso che noi partiamo dal taglio delle autonomie e poi stabiliamo quelle che sono anche le linee guida da adottare. Ma dovrebbe essere invece il contrario cioè il fabbisogno del territorio dovrebbe far scaturire il numero di autonomie. Tant’è che in tantissimi casi si stanno creando dei “cortocircuiti”».
«Prendo l’esempio della Provincia di Crotone – ha raccontato a questo proposito il segretario regionale della Fp Scuola Cgil – qui già si stanno verificando queste contraddizioni perché accorpare degli istituti significa sostanzialmente privare una scuola di quella che è la sua identità, la sua anima. Mentre il dirigente scolastico volente o nolente è una figura fondamentale nelle scuole».
Secondo Denaro, «occorre che ci sia la figura del dirigente scolastico prescindendo da quei parametri».
«Non dico che devono esistere scuole con 150-200 alunni – ha sottolineato l’esponente sindacale – anche se sarebbe importante che questo avvenisse nelle zone dove ci sono delle grandi difficoltà come nelle zone interne, nelle zone ad alta densità di spopolamento a rischio di esodo o in aree dove esistono minoranze linguistiche».
Sul punto della tutela di queste situazioni, Denaro ha evidenziato che «la Regione ha fatto un ottimo lavoro nell’elaborazione dati tramite l’Osservatorio».
«La questione – ha detto ancora – è che non ha il numero adatto di autonomie per poter garantire quel fabbisogno e quindi si creano queste situazioni e ovviamente poi legittimamente ogni Comune, ogni sindaco, ogni amministratore, ogni comunità difende il proprio territorio in termini di autonomia scolastica».
Sulle rassicurazioni del ministro Giuseppe Valditara su investimenti nelle scuole, Denaro ha evidenziato: «Ogni volta che viene dice che ci saranno dei milioni. Però la questione è che se volesse davvero avviare una rivoluzione, dovrebbe partire dalla restituzione di queste 73 autonomie».
«È paradossale – ha sottolineato a “Buongiorno Regione” l’esponente della Cgil – che noi abbiamo oggi 27 dirigenti scolastici che sono fuori regione e che rischiano di non tornare più in regione perché le autonomie non aumenteranno. Questo è un dato che ci deve fare riflettere non aumenteranno perché la popolazione scolastica subirà una drastica diminuzione. Lo spopolamento della nostra Regione ormai è qualcosa che, da un punto di vista demografico, produrrà degli effetti devastanti».
«Noi come Flc-Cgil – ha annunciato – abbiamo fatto ricorso contro il decreto del dimensionamento che ovviamente disciplina un po’ tutta questa materia».
E sulla riduzione di servizi come mense e trasporto scolastico, Denaro ha sottolineato: «appunto per questo non si può avviare un’azione di razionalizzazione delle scuole partendo soltanto dal taglio netto delle autonomie».
Secondo Denaro, il fatto di giustificare questi tagli in base alle indicazioni del Pnrr «non reggono, in quanto nella nostra Regione le difficoltà sono difficoltà che richiamano tutti gli altri settori»
«La scuola – ha spiegato – non può funzionare se non funzionano i trasporti. La scuola non può funzionare se non ci sono infrastrutture idonee a garantire il diritto allo studio».
«Capisco anche gli sforzi che sta facendo la Regione – ha detto in conclusione Denaro –. Sono state stanziate somme importantissime destinate dalla legge sul diritto allo studio. Ma occorre riuscire a fare rete fra tutti i soggetti impegnati nel mondo della scuola per cercare di limitare al minimo quelli che sono i danni all’istruzione in una regione come la Calabria che la rende diversa rispetto ad altre regioni».
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