REGGIO CALABRIA Sono cinque le condanne e quattro le assoluzioni emesse dal gup Irene Giani nel processo con rito abbreviato che si è celebrato a Reggio Calabria e scaturito dall’inchiesta “Propaggine” della Dda reggina che vede alla sbarra esponenti della cosca Alvaro. L’inchiesta, scattata nel 2022 aveva permesso di ricostruire le dinamiche criminali intorno alla cosca attiva a Sinopoli, Cosoleto e San Procopio e alla prima “locale” attiva a Roma, che operava nella Capitale dopo avere ottenuto l’investitura ufficiale dalla casa madre in Calabria. «Noi a Roma siamo una propaggine di là sotto», dicevano in un’intercettazione gli indagati. Dalle indagini è emerso un interesse della ‘ndrangheta per le elezioni a Cosoleto del 2018 quando, stando all’ordinanza di arresto eseguita nel 2022, «le elezioni amministrative sono state pesantemente condizionate dalla cosca Alvaro».
Nel processo in abbreviato la condanna più pesante è stata inflitta a Francesco Alvaro con 11 anni e 4 mesi di reclusione; a Ferdinando Ascrizzi 8 anni e 8 mesi; 8 anni per Raffaele Modafferi e Antonio Versace; ad Antonio Rechichi 11 anni, 1 mesi e 10 giorni. Assolti invece Domenico Alvaro, Giuseppe Modafferi, Eugenio Panuccio e Simone Restuccia. Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni, il gup ha sospeso durante la pendenza del predetto periodo i termini di custodia cautelare. (redazione@corrierecal.it)
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