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Ex hotel Centrale, la vergogna della discarica a cielo aperto nel cuore di Cosenza

Affacciato su viale Mancini e a 50 metri dall’isola pedonale, continua ad accumulare rifiuti da quando non è più occupato dai senza casa

Pubblicato il: 18/10/2023 – 18:27
di Eugenio Furia
Ex hotel Centrale, la vergogna della discarica a cielo aperto nel cuore di Cosenza

COSENZA La madre di tutte le discariche si trova a 50 passi dal salotto buono della città e ad appena 10 da viale Mancini. Recinzioni arrugginite e divelte garantiscono l’affacciata quotidiana su un tappeto di materassi, plastica, rifiuti organici e indifferenziati, vestiti abbandonati, barattoli e bottiglie di vetro, materiale inerte ed escrementi di cane, foglie secche e vegetazione lussureggiante che inizia ad avare la meglio su muri e pavimenti.  
Eppure quella tra via Giovanni Minzoni e via Macallè è una zona centralissima, tornata appetibile dal punto di vista immobiliare grazie all’ampliamento dell’isola pedonale nel corso dell’ultimo ventennio e con i nuovi palazzoni (un paio appena ultimati, altrettanti in costruzione) da quasi 2000 euro a metro quadro. L’attività edilizia qui registra anche continue ristrutturazioni, che hanno avuto un ulteriore impulso dopo il Covid grazie il bonus che sta ridisegnando anche i palazzi più datati. Il tutto all’ombra del Ponte di Calatrava.

Un Titanic che galleggia sui rifiuti

L’(ex)hotel Centrale sembra un Titanic pronto a collassare affondando nei rifiuti accatastati che sembra produrre nelle sue stesse viscere: nei piani interrati, un garage accessibile a tutti da una rampa sbarrata alla bell’e meglio, le perdite d’acqua scandiscono l’accumulo del tempo e della spazzatura. Oltre ai topi, qui trovano rifugio anche gli homeless che messe da parte le condizioni igieniche almeno hanno un tetto sotto cui ripararsi.
Un brutto talmente maestoso che sembra quasi musealizzato – siamo a due passi dal Museo all’aperto ma qui non si tratta di arte concettuale, è proprio munnizza – e stride ancora di più con il prato pettinatissimo di viale parco, dove le cooperative del Comune operano tutti i giorni e con solerzia cercando di assicurare un minimo decoro, nonostante lo scarso senso civico dei cosentini e le lungaggini burocratiche fatte di cantieri infiniti e inaugurazioni che slittano di continuo.
Lo stallo del Centrale, invece, è dovuto proprio al fatto che si tratta di edilizia privata, per di più al centro di una estenuante vicenda giudiziaria che pure parrebbe essersi sbloccata. Ma la struttura intanto continua a deteriorarsi e i cosentini di passaggio, runner, famiglie con bimbi al seguito, skater e biker ci hanno fatto ormai abitudine.

Più di dieci anni di abbandono

Prima degli sgomberi, nel giugno 2019, al Centrale vivevano un’ottantina di occupanti. Lo stabile, già di proprietà dell’ex candidato di destra alla Provincia e consigliere regionale Mimmo Barile – poi finito nei guai per l’ammanco al carrozzone scopellitiano Field di cui era presidente e infine assolto anche dall’accusa di bancarotta fraudolenta –, era stato occupato il penultimo giorno del 2017 ma già negli anni precedenti era disabitato.
Quasi sei anni dopo quell’“invasione” che in un certo senso lo riportò in vita – con una pandemia, due guerre e soprattutto una nuova amministrazione in mezzo – l’ex Centrale se ne sta lì imponente e impassibile (e sporco): la speranza è che la situazione prima o poi si sblocchi perché il decennale dell’occupazione è dietro l’angolo e lo spazio occupato dai rifiuti potrebbe iniziare a non bastare… (2. continua)

Per eventuali segnalazioni è possibile scrivere a redazione@corrierecal.it

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