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la riflessione di Ennio Stamile

Non si risponde al terrore con altrettanto terrore contro i civili

Sarebbe ora che l’Occidente si schieri finalmente dalla parte delle vere vittime e ponga un freno alla violenza ingiustificata

Pubblicato il: 24/10/2023 – 9:17
di Ennio Stamile
Non si risponde al terrore con altrettanto terrore contro i civili

«È oramai da diversi anni che mi vado chiedendo che fine abbia fatto il giornalismo libero. Quello di cui agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso Pippo Fava ci descriveva in questi termini: «ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo, infatti, che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo». Me lo chiedo soprattutto riguardo ai giornalisti del servizio pubblico e le domande che mi pongo sono le seguenti: chi svolge il delicato compito dell’informazione pubblica fino a che punto è soggetto alle logiche del governo di turno che detta anche le linee guida dell’informazione? Non dovrebbe, forse, proprio ed in virtù della cosiddetta deontologia professionale, salvaguardare la libera informazione? L’informazione pubblica non dovremmo, forse, meglio definirla, privata; o comunque che fa capo ad una determinata coalizione politica che si trova per scelta degli italiani al governo del Paese? In caso di risposta affermativa altre domande sorgono spontanee: il sistema democratico, per sua stessa natura, non impone la libera informazione? E che senso ha imporre il canone Rai se l’informazione non è pubblica? Queste ed altre domande sorgono spontanee soprattutto nei confronti dell’informazione che riguarda la guerra in Ucraina e ultimamente a quella tra Palestinesi ed Israeliani. Proprio ieri mi è stato inviato un audio di Giuditta Brattini, un cooperante veronese della Onlus “Gazzella” che si trova bloccata a Rafah in attesa dell’apertura del varco verso l’Egitto. Bene, in questo audio lamentava il fatto che nell’intervista rilasciata al Tg era stata riportata solo una parte, quella che riguardava la situazione degli internazionali ma non ha speso una parola rispetto alla situazione della quotidianità dei palestinesi e dei massacri che si stanno perpetrando nei loro confronti. Gli ultimi dati divulgati, riferisce la volontaria, parlano di 4. 137 morti di cui il 70 per cento sono donne, bambini ed anziani. I feriti sono 14 mila. Circa 1.400 persone sono rimaste ancora sotto le macerie e metà di queste sono bambini. Sette Ospedali, oltre a quello che di cui si ha notizia, sono stati bombardati, oltre a ventuno centri sanitari. Quarantasei medici sono rimasti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro e 85 tra medici e sanitari feriti. Il terrorismo non va mai né difeso né giustificato. Nulla può giustificarlo. Fatta questa premessa, intanto non si può rispondere al terrore con altrettanto terrore e violenza contro i civili come ha fatto e sta facendo Israele. Inoltre, i governi Israeliani che si sono succeduti – tranne qualche rara eccezione, come quello guidato da Rabin che, ricordiamolo, fu ucciso da un integralista israeliano in nome di Dio – ha compiuto una immane opera di propaganda mediatica mediante la manipolazione dell’informazione. Loro sono sempre vittime, anche quando occupano le terre altrui, le colonizzano, trattano i palestinesi come numeri, demoliscono case, fanno punizioni collettive, loro sono sempre le vittime; quindi, ritengono di poter fare quello che vogliono. Non hanno alcun rispetto per le convenzioni internazionali riguardo, ad esempio, gli armamenti nucleari, mai sottoposti ai controlli perché hanno sempre negato di averle, ed invece ce li hanno eccome. Lo possono fare perché, grazie sempre al potere economico delle grandi multinazionali americane delle armi ed alla mistificazione mediatica loro sono sempre le vittime. Sarebbe ora che l’Occidente si schieri finalmente dalla parte delle vere vittime e ponga un freno alla violenza ingiustificata ed inumana degli uni e degli altri».

*Rettore UniRiMI

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