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la sentenza

Fratelli vibonesi uccisi in Sardegna, la Cassazione: 20 anni ai Marras

La Suprema Corte ha confermato la condanna per i due. Sarebbero gli assassini di Davide e Massimiliano Mirabello

Pubblicato il: 26/10/2023 – 20:00
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Fratelli vibonesi uccisi in Sardegna, la Cassazione: 20 anni ai Marras

ROMA Joselito Marras e Michael Marras sono colpevoli. Anche per la Corte di Cassazione i due, padre e figlio, avrebbero ucciso in Sardegna fratelli originari del Vibonese Davide e Massimiliano Mirabello.
È l’esito della sentenza emessa ieri dalla Prima Sezione Penale al termine del processo celebrato ieri, 25 ottobre.
Ai due gli Ermellini hanno confermato la condanna a 20 anni di carcere e alla sanzione della libertà vigilata per cinque anni, rigettando i ricorsi presentati dai difensori di Joselito (avv. Magliocchetti di Nuoro) e di Michael (avv. Goddi di Cagliari).
Inoltre ai due la Suprema Corte ha confermato la condanna al risarcimento dei danni in favore delle familiari delle vittime che si erano costituite parte civile.

La vicenda

Una vicenda seguita attentamente fin dall’inizio del Corriere della Calabria. Da quando nel febbraio del 2020 dei due si erano perse le tracce. Poi il ritrovamento dei due corpi  a Dolianova (Sud Sardegna) il 3 aprile di tre anni addietro. Imprimendo una svolta sulla vicenda. Con l’arresto dei due vicini dei fratelli vibonesi.
Secondo l’accusa, dopo l’omicidio – collegato a minacce e tensioni di vicinato tra allevatori – Joselito e Michael Marras avrebbero gettato i corpi dei due fratelli nella macchia mediterranea, alla mercé di volpi e cinghiali. Erano stati trovati un mese più tardi, quando i carabinieri al termine delle indagini coordinate dal pm Gaetano Porcu avevano arrestato padre e figlio.
A quel punto, il genitore aveva ammesso il duplice delitto, facendo trovare i corpi, ma scagionando completamente il figlio. Una tesi però a cui la pubblica accusa non ha creduto fin dall’inizio dell’inchiesta chiedendo la condanna di entrambi. Ora dopo la decisione della Cassazione, la vicenda si chiude definitivamente. (redazione@corrierecal.it)

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