ROSARNO «Io ho cercato di allontanarmi ma loro mi hanno sollevato con la forza, ho cercato dì reagire con la forza ma non ci sono riuscita. Nel tentare di divincolarmi ho anche perso una scarpa. Mi hanno portato in una casetta di campagna (…) sono rimasta là tre giorni con Rosario. Lui mi ha detto: “se tanto non cedi sei tu che ci rimetti“. La convivenza con Rosario è effettivamente iniziata qualche giorno dopo questi eventi, perché sia io che i miei genitori abbiamo capito che non ci potevamo opporre».
E’ una parte della lunga confessione resa in procura dall’ex moglie di Rosario Arena, arrestato in una recente operazione della Dda di Reggio Calabria perché ritenuto, insieme a suo padre, vicino alla famigerata ‘ndrina dei Pesce di Rosarno e finiti in manette con l’accusa di estorsione e violenza privata, aggravata dalle modalità mafiose.
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Sul Corriere della Calabria vi abbiamo raccontato dei dettagli della confessione shock resa dall’ex moglie di Arena ai magistrati (qui la notizia). Dopo quanto raccontato, è chiaro come la donna si sia trasformata in un bersaglio mobile. Motivi per i quali pare necessaria una forma di tutela e protezione. D’altro canto, nella lunga narrazione viene ribadita la preoccupazione per il proprio futuro e per quello dei familiari. «So che avrei potuto trasferirmi altrove, e allontanarmi per sempre con i miei figli da Rosarno, ma non sono riuscita a fare finora questa scelta in quanto ho sempre avuto il timore dì lasciare i miei genitori e i miei due fratelli, che vivono tutti a Rosarno, in una situazione di pericolo». (f.b.)
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