Cosenza “Città in Scena” a Roma con il progetto di rigenerazione urbana
Ad illustrare il piano, l’assessore Pina Incarnato. «Tutela dell’ambiente, inclusione e centralità delle periferie»

COSENZA Concepito come un festival diffuso, “Città in Scena” presenta a Roma le forme odierne di rigenerazione urbana. L’auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, sede principale del Festival, ha ospitato gli eventi più importanti tra cui il convegno istituzionale del 14 dicembre al quale ha preso parte anche Pina Incarnato, assessore cosentina all’urbanistica, riqualificazione e rigenerazione urbana. L’iniziativa è un’occasione di confronto e di scambio di idee tra i diversi protagonisti del
settore.
Il focus su periferie e recupero dei centri storici
«L’Italia, da sud a nord affronta problemi comuni: il recupero dei centri storici, la rifunzionalizzazione delle aree dismesse e l’intervento nelle periferie che spesso nascono come luoghi di edilizia residenziale pubblica per poi divenire ghetti sociali», dice Incarnato. Ma qual è lo scopo di questi interventi? «Sono sostanzialmente due, in primis
la creazione di un sistema virtuoso che guardi all’ambiente e all’ecosistema e poi il carattere fortemente sociale che deve mirare all’inclusione». Qual è il piano di intervento pensato per la città di Cosenza? «L’amministrazione è partita dai quartieri, dalle periferie. Che spesso vengono considerate un mero luogo distante dal centro città, in realtà rappresentano molto di più: un concetto sociale». Si pieghi meglio. «L’idea di riqualificare il quartiere “San Vito”, ad esempio, nasce dalla necessità di recupero sociale e lo abbiamo fatto concentrando tre diverse linee del Pnrr per un importo totale di 16 milioni di euro».
Un quartiere abbandonato per oltre 50 anni su cui si è deciso di investire. «La cosa fondamentale sarà migliorare l’accesso alla città, togliendo la barriera tra “Città 2000” e “San Vito” riusciremo a ricucire due parti importanti di Cosenza». Quali sono le altre variabili del progetto di rigenerazione urbana? «Sicuramente efficientare gli edifici e creare più spazi verdi, favorire il risparmio di suolo, ampliare la permeabilità del suolo», dice Incarnato. Che aggiunge: «E poi favorire l’inclusione sociale. Per farlo occorrono evidentemente i servizi». (redazione@corrierecal.it)

