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Ponte sullo Stretto, via libera alla rimodulazione dei fondi

La Commissione Bilancio del Senato nella notte ha approvato l’emendamento del governo

Pubblicato il: 18/12/2023 – 7:05
Ponte sullo Stretto, via libera alla rimodulazione dei fondi

ROMA Il governo nella notte conferma i costi previsti per il Ponte sullo Stretto, pari a 11,63 miliardi di euro, ma le spese a carico dello Stato vengono alleggerite per 2,3 miliardi con il reperimento delle risorse attraverso il fondo per lo Sviluppo e la Coesione in capo alle regioni. Ha infatti ottenuto il via libera della commissione Bilancio del Senato l’emendamento del governo che prevedeva, “nelle more dell’individuazione di fonti di finanziamento atte a ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato” la spesa complessiva “di 9.312 milioni di euro, in ragione di 607 milioni di euro per l’anno 2024, 885 milioni di euro per l’anno 2025, 1.150 milioni di euro per l’anno 2026, 440 milioni di euro per l’anno 2027, 1.380 milioni di euro per l’anno 2028, 1.700 milioni di euro per l’anno 2029, 1.430 milioni di euro per l’anno 2030, 1.460 milioni di euro per l’anno 2031 e 260 milioni di euro per l’anno 2032”. La parte mancante rispetto agli 11,63 miliardi di euro previsti nel disegno di legge viene reperita attraverso l’autorizzazione “della spesa di 718 milioni di euro, in ragione di 70 milioni di euro per l’anno 2024, 50 per l’anno 2025, 50 per l’anno 2026, 400 milioni di euro per l’anno 2027 e 148 milioni di euro per l’anno 2028, mediante corrispondente riduzione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, e imputata sulla quota afferente alle amministrazioni centrali” e gli altri 1,6 miliardi “in ragione di 103 milioni di euro per l’anno 2024, 100 milioni per l’anno 2025, 100 milioni per l’anno 2026, 940 milioni di euro per l’anno 2027 e 357 milioni di euro per l’anno 2028 per l’anno 2029, mediante corrispondente riduzione risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027 e imputata sulle risorse indicate per le Regioni Sicilia e Calabria dalla delibera Cipess”. La norma prevede che “gli accordi per la coesione da stipulare tra la Regione Siciliana e Calabria con il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr danno evidenza degli importi annuali a destinazione delle risorse alla realizzazione dell’intervento, a concorrenza integrale degli importi annuali individuati”. Entro il 30 giugno di ogni anno, e fino all’entrata in esercizio dell’opera, “il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presenta informativa al Cipess sulle iniziative intraprese ai fini del reperimento di ulteriori risorse a copertura dei costi di realizzazione dell’opera. Con apposite delibere, su proposta del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d’intesa con il ministero dell’Economia e Finanze, il Cipess attesta la sussistenza delle ulteriori risorse”, determinando conseguentemente “la corrispondente riduzione in via prioritaria dell’autorizzazione di spesa e la relativa articolazione annuale”.

Pensioni medici e maestri: no tagli a quelle di vecchiaia

Non ci saranno tagli alle pensioni di vecchiaia (quelle a cui si accede con 67 anni di età) per medici e operatori sanitari, per maestri d’asilo, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari. Ma per queste categorie, ad esclusione dei medici e del comparto sanità, resta il taglio già previsto nel ddl di bilancio se i lavoratori vanno in pensione anticipatamente (42 anni di contributi senza avere 67 anni di età). In ogni caso, non sono previsti tagli alle pensioni anticipate per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2023. Sono questi gli altri punti dell’emendamento del governo alla Manovra approvato in Commissione bilancio al Senato. Per medici, infermieri e operatori sanitari viene invece previsto un meccanismo di tutela che, in caso di pensione anticipata, porta ad una decurtazione del trattamento che diminuisce quanto più si ritarda il pensionamento. In particolare, “al fine di assicurare un efficace assolvimento dei compiti primari di tutela della salute – è scritto nell’emendamento – e di garantire i livelli essenziali di assistenza” per sanitari e infermieri è previsto che la decurtazione del trattamento sia ridotta “in misura pari a un trentaseiesimo per ogni mese di posticipo dell’accesso al pensionamento rispetto alla prima decorrenza utile”. In pratica il taglio si annulla se si ritarda il pensionamento di tre anni. L’emendamento approvato rivede anche le finestre di uscita per le pensioni di anzianità dei medici e delle altre categorie del pubblico impiego interessate dall’intervento. E’ previsto, rispetto alla legislazione vigente, il posticipo di un mese se si maturano i requisiti nel 2025, di 2 mesi se si maturano i requisiti nel 2026, di 4 mesi se si maturano i requisiti nel 2027 e di 6 mesi se si maturano i requisiti dal primo gennaio 2028.

Gli altri emendamenti

Gli altri emendamenti del governo riguardano i fondi per l’integrazione salariale delle forze armate e delle forze dell’ordine e stanziamenti per gli enti locali versati anche in ragione della recente modifica delle aliquote Irpef. Tra i testi dei relatori invece spicca uno che chiarisce i termini dell’aliquota per la cedolare secca sugli affitti brevi concedendo ai proprietari di più immobili la possibilità di sceglierne uno su cui applicarla al 21% e non al 26% come per gli altri. Previste inoltre risorse per il Giubileo del 2025. circa 200 Comuni invece avranno piu’ tempo – fino al 15 gennaio 2024 – per determinare le aliquote Imu del 2023, si tratta di località che non avevano ancora trovato il modo di fissarle. In arrivo anche un finanziamento che mette a disposizione 15 milioni di euro per la zona di Caivano e un accordo di programma con il Mimit. Il cuore della legge di bilancio riguarda la conferma nel 2024 del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35 mila euro, in combinato con la nuova modulazione delle aliquote Irpef che accorpa le prime due, per lasciare in busta paga circa 100 euro al mese in piu’ ai lavoratori dipendenti. Un provvedimento che impegna quasi 11 miliardi di euro. Previsti inoltre piu’ di 3 miliardi di fondi aggiuntivi sulla sanità e circa 5 per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. 

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