VIBO VALENTIA «Se lo dobbiamo ammazzare, lo uccidiamo. Ma facciamo una cosa per bene, non davanti a testimoni». Il Pm Annamaria Frustaci, nella requisitoria finale del processo “Costa Pulita” (troncone ordinario) delinea la figura di Antonino Staropoli, per l’accusa titolare di un’agenzia immobiliare ed elemento ritenuto «vicino» alle cosche briaticesi. Il processo parte dall’operazione scattata nel 2016 contro le ‘ndrine accusate di gestire gli affari ‘ndranghetisti lungo la Costa degli Dei. Staropoli, secondo gli inquirenti, sarebbe inserito nelle dinamiche della ‘ndrangheta briaticese. Il Pm racconta di un episodio nel quale l’imputato avrebbe tentato di fermare un’aggressione di Leonardo Melluso nei confronti di Francesco Zungri, entrambi imputati nel processo. Sul Melluso, riporta la Frustaci, Staropoli avrebbe aggiunto: «C’è una testimone, non voglio che tu vada in galera. Capisco che non ci stia dando dei lavori, tutte le ragioni che vuoi. Se lo dobbiamo ammazzare, lo uccidiamo. Ma facciamo una cosa per bene».
La Frustaci ricostruisce il doppio legame di Staropoli con le ‘ndrine di Briatico. Da una parte la forte amicizia con i Melluso, dall’altra la parentela con Bonavita Giuseppe Francesco, oggi deceduto e presunto esponente del clan omonimo. Quest’ultimo, con il quale Staropoli condivideva il nonno, «lo avrebbe voluto come “soldato”». «Chiaramente – specifica la Frustaci – non parliamo di soldati di un esercito, ma di soldati di ‘ndrangheta. Bonavita avrebbe voluto Staropoli più vicino a lui che ai Melluso». La vicinanza di Staropoli alla ‘ndrangheta sarebbe provata anche da «un pranzo presso l’abitazione dei Mancuso». Un appuntamento per la quale la madre di Staropoli si sarebbe preoccupata «sia perché temeva il figlio venisse identificato dai Carabinieri come soggetto vicino alla cosca sia perché il pranzo risale a un periodo in cui la famiglia Mancuso aveva dissapori interni» e quindi «temendo ripercussioni da parte loro».
Staropoli si sarebbe reso poi protagonista di «un’aggressione ai danni di Pasquale Barbieri in pieno centro cittadino per una somma di denaro che riteneva gli fosse dovuta». Anche in questo caso il Pm prova a ricostruire la vicenda. «Barbieri, per una serie di difficoltà a reperire un lavoro, avrebbe avuto supporto da Antonio Velardo (imputato nel processo Black Money), tramite l’intermediazione di Staropoli. Nel momento in cui la somma è stata restituita all’insaputa di Staropoli, che pretendeva una percentuale, è avvenuta l’aggressione». Episodi che secondo l’accusa dimostrerebbero la «vicinanza» e la «partecipazione» di Staropoli alle dinamiche ‘ndranghetiste di Briatico. (redazione@corrierecal.it)
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