CATANZARO “Coinvolgere il governo centrale trasformando le vertenze da regionali a nazionali”. Su questa linea condivisa si è snodato l’incontro di oggi alla Cittadella tra il presidente della Regione Roberto Occhiuto e i sindacati finalizzato a individuare un percorso per le due crisi occupazionali che sono letteralmente esplose nelle ultime settimane in Calabria: quella dei Tis, i tirocinanti di inclusione sociale, e quella dei dipendenti dell’Abramo Customer Care. Due vertenze che hanno ovviamente dinamiche molto diverse ma sono accomunate dal rischio concreto di creare nuova disoccupazione: la vertenza dei tirocinanti riguarda oltre 4.000 lavoratori mentre quella della Abramo Customer Care un migliaio di lavoratori. Alla Regione oggi di fatto, su convocazione del governatore Occhiuto, affiancato nel vertice dall’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese e dal dg del Dipartimento regionale Lavoro Roberto Cosentino, si è riunita una sorta di unità di crisi per provare a impostare una linea comune che scongiuri il precipitare delle vertenze, sfociate nei giorni scorsi in manifestazioni pubbliche di protesta, e a disinnescare due pericolose bombe sociali.
Quanto ai tirocinanti, dopo la “fumata nera” con l’ultima Finanziaria, l’obiettivo è quello di strappare un emendamento al Mille Proroghe che consenta la contrattualizzazione dei lavoratori, primo step per una stabilizzazione futura. Nel corso del vertice odierno – riferiscono fonti sindacali – si è convenuto di attivare dopo le festività un tavolo nella Prefettura di Catanzaro alla presenza della deputazione parlamentare calabrese e dell’Anci, l’associazione dei Comuni calabresi: l’obiettivo è quello di definire anche un piano finanziario per la ricollocazione di questi lavoratori, attraverso una diversificazione delle loro competenze, piano finanziario dell’ordine di circa 60 milioni all’anno, a carico del bilancio statale ma con la disponibilità della Regione a intervenire per una quota parte. Il tavolo prefettizio dovrebbe servire a definire i contenuti del maxiemendamento, da far approvare entro la fine di gennaio.
Quanto all’Abramo Customer Care, la paventata cassa integrazione a 24 ore per un migliaio di lavoratori per lo stato di crisi dell’azienda e per il defilarsi di Tim è stata per il momento scongiurata, ma solo per il momento, perché è stata sospesa per tre mesi grazie alla “moral suasion” delle istituzioni, in primis dello stesso Occhiuto, con i vertici della società di comunicazione ma resta la preoccupazione in prospettiva: dal tavolo in Cittadella anche qui sarebbe emersa la linea condivisa di spostare la vertenza al livello nazionale, con la richiesta dell’apertura immediata di un tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo economico che coinvolga il governo, la Tim e la stessa azienda al momento guidata da commissari straordinari. (c. a.)
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