Ponte sullo Stretto, «l’avvio dei lavori nel 2024» ma rimane il nodo espropri
Per Salvini «l’opera sarà un acceleratore di sviluppo». Il sindaco Caminiti: «Gli espropri sono il tema clou per la città di Villa San Giovanni»

REGGIO CALABRIA Ponte sullo Stretto, rete stradale e ferroviaria, Statale 106. Ma non solo. Diversi i temi sul tavolo a Reggio Calabria durante il convegno che già dal titolo fa intendere l’ambizione di un progetto che si propone di andare ben oltre lo Stretto: “Palermo-Helsinki. Il corridoio con il Ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa”. Un evento organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Reggio Calabria e dall’Università Mediterranea, con il Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia, dell’Ambiente e dei Materiali, e che ha visto la partecipazione in video collegamento del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, e la presenza del viceministro Edoardo Rixi, del presidente di RFI Dario Lo Bosco, dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci.
Salvini: «Il Ponte un acceleratore di sviluppo. L’obiettivo è aprire i cantieri nel 2024»

Un’opera ha assicurato Salvini che rappresenterà «un acceleratore di sviluppo. L’obiettivo è aprire i cantieri nel 2024». Il ministro delle infrastrutture ha parlato del Ponte sullo Stretto come di una «opportunità di sviluppo, lavoro e di riqualificazione ambientale, ci sono migliaia di pendolari che ogni giorno fanno avanti e indietro, pensiamo all’impatto economico che ci sarà e alla riqualificazione di Villa San Giovanni, Messina e Reggio. Tutta l’Italia si avvantaggerà economicamente, professionalmente, industrialmente». «L’apertura dei cantieri nel 2024 – ha assicurato il vicepremier – sarà un evento mondiale. Sono convinto che milioni di turisti arriveranno in Calabria e Sicilia per ammirare il ponte sullo Stretto. Mi occuperò anche della statale 106, le immagini dell’incidente che c’è stato qualche giorno fa sono ancora impresse nella mia mente». «Il Ponte sullo Stretto – ha concluso – sarà una rivoluzione e un acceleratore di sviluppo come lo fu l’autostrada del Sole». «Garantisco il mio massimo impegno per collegare Calabria, Sicilia, Europa, Mondo e per portare speranza. Il ponte sarà un acceleratore di sviluppo».
Rixi: «Dobbiamo recuperare il tempo perduto»

«Il ponte rappresenta per l’intero Paese una spinta importante anche di credibilità internazionale. L’Italia, quando ha rinunciato alla realizzazione del ponte sullo stretto, opera che è stata già concepita più di 53 anni fa, di fatto ha rinunciato a una grande sfida infrastrutturale per le proprie aziende a livello globale», ha detto Rixi, che ha aggiunto: «Oggi nel mondo e nel momento in cui siamo, con i cambiamenti geopolitici, il nostro Paese deve tornare a essere un punto di riferimento all’interno del Mediterraneo, anche nei confronti delle coste africane ed il futuro sviluppo che può rappresentare anche per le nostre aziende l’Africa. Evidentemente deve dimostrare di essere in grado di realizzare opere importanti, l’hanno fatto sullo stretto dei Dardanelli i turchi, noi invece abbiamo rinunciato a un progetto che era stato stabilito nel G7 come strategico a livello europeo e a livello mondiale e crediamo che dobbiamo recuperare il tempo perduto». Riguardo alla 106 Jonica, Rixi ha affermato che «nella legge di Bilancio abbiamo destinato circa 3 miliardi di euro. E se gli appalti si fanno e le aziende lavorano si rispettano i tempi, oppure, è chiaro che questi problemi non li risolveremo mai».

Il nodo espropri
Un «acceleratore di sviluppo», una spinta per avere «credibilità internazionale», addirittura un modo per «portare speranza». Tanti i buoni propositi e gli obbiettivi da raggiungere, quelli espressi prima da Salvini in video collegamento e poi da Rixi davanti a una folta platea di professionisti, studenti e rappresentanti istituzionali. Tra i sindaci, in prima fila, Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria) e Giusi Caminiti (Villa San Giovanni). Tanti propositi, dicevamo, che si vanno però a scontrare con un nodo che dovrà essere sciolto al più presto: quello degli espropri. Secondo quanto affermato dal primo cittadino di Villa si tratterebbe di circa «mille espropriandi su una cittadina di 12.900 abitanti». Tema oggetto di una riunione tenutasi nelle scorse ore tra l’Ad Ciucci e il sindaco di Villa, e toccato anche dall’inviato di Report Danilo Procaccianti, presente questa mattina all’evento per rivolgere domande al viceministro Rixi e all’amministratore delegato della società Stretto di Messina. «Stiamo partendo anche sul discorso degli espropri. Faremo un accordo preliminare. In cinque mesi – ha detto Ciucci rispondendo alla domanda sull’avvio dei lavori nonostante il problema espropri – sarà tutto pronto per partire. Gli espropri partono dal momento in cui il Cipes approva il progetto e dichiara la pubblica utilità. Nel frattempo, da qui a quel momento, faremo tutte le attività prioritarie per gestire un tema che ovviamente è un tema di grande sensibilità». Il programma d’inchiesta condotto da Sigfrido Ranucci su Rai3 torna dunque ad occuparsi dell’opera dopo l’inchiesta uscita qualche settimana fa.
Caminiti: «Si tratta di persone e non di ditte»
«Gli espropri sono per noi il primo vero problema legato alla cantierizzazione del ponte, perché si tratta di persone e non di ditte». Così ai microfoni del Corriere della Calabria il sindaco di Villa San Giovanni Caminiti, che sul tema ha aggiunto: «Stiamo aspettando di capire se verrà mantenuto o meno la carta degli espropri del 2011 perché l’aggiornamento del definitivo immaginiamo che comporterà anche un aggiornamento di quella che è la lista delle ditte che allora furono comunicate con pubblicazione. Gli espropri sono il tema clou per la città di Villa San Giovanni perché se, come era allora, parliamo di mille espropriandi su una cittadina di 12.900 abitanti, capirete bene che per noi un cittadino vale un cittadino e non è una ditta. Una famiglia è una famiglia e non è una ditta da espropriare. Abbiamo rappresentato il problema anche dal punto di vista di allarme sociale, quindi di sicurezza, di ordine pubblico sul territorio e abbiamo chiesto che ci sia un confronto serrato tra l’ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni e i tecnici della Stretto di Messina Spa, in maniera tale che si possa valutare, casa per casa, terreno per terreno, cosa effettivamente è indispensabile da espropriare, cosa può essere occupato temporaneamente, cosa può essere solo requisito nella fase di cantierizzazione, cioè valutare caso per caso, cittadino per cittadino, proprietà per proprietà e senza che ci sia una macchia sulla città, cosa che è ovvia in un’opera di questa natura, che però deve essere rapportata ad una piccola città che ne subisce l’impatto. La richiesta è stata accolta, per cui si aprirà questo confronto con il nostro ufficio tecnico per cercare di tutelare ciascun cittadino che dovrà subire l’esproprio».
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