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il processo

Omicidio De Pietro, accolto il ricorso della Dda contro l’assoluzione

La Corte d’Assise d’appello di Catanzaro ha ordinato la citazione di Rosario Battaglia e Michele Fiorillo. Prima udienza l’11 giugno

Pubblicato il: 11/01/2024 – 17:08
di Giorgio Curcio
Omicidio De Pietro, accolto il ricorso della Dda contro l’assoluzione

CATANZARO È stata fissata per il prossimo 11 giugno la prima udienza d’appello del processo legato all’omicidio di Antonio De Pietro avvenuto l’11 aprile del 2005 a Piscopio, nel Vibonese, nei pressi del cimitero. La Corte d’Assise d’appello di Catanzaro ha ordinato la citazione di Rosario Battaglia (cl. ’84) e Michele Fiorillo (cl. ’86), il primo difeso dagli avvocati Walter Franzè e Salvatore Staiano, il secondo da Diego Brancia. I due, infatti, sono stati assolti lo scorso 20 aprile 2023 dai giudici della Corte d’Assise di Catanzaro perché «il fatto non sussiste». Assoluzione contro la quale la Procura di Catanzaro e il pm Andrea Giuseppe Buzzelli ha presentato ricorso il 27 ottobre scorso.

La vicenda processuale

L’esecutore materiale sarebbe stato Rosario “Pulcino” Fiorillo la cui posizione è stata stralciata perché all’epoca dei fatti aveva appena 15 anni. Michele Fiorillo è già stato condannato a 12 anni nel processo “Rimpiazzo” ed è stato assolto in abbreviato, nel processo “Rinascita-Scott” mentre stanno già scontando trent’anni di carcere sia Rosario Fiorillo che Rosario Battaglia per un altro omicidio, quello di Fortunato Patania, ucciso il 18 settembre del 2011 all’interno della stazione di rifornimento con annesso ristorante “La Valle dei Sapori” nella Valle del Mesima.


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L’accusa

Davanti ai giudici della Corte d’Assise era dunque crollato il castello accusatorio nei confronti dei due imputati che, secondo l’accusa, avevano ideato e messo in pratica l’omicidio e per questo avevano chiesto l’ergastolo per entrambi. Secondo la ricostruzione, infatti, sia Battaglia e che Michele Fiorillo avevano progetto il piano omicidiario per aiutare il giovane Fiorillo a lavare l’onta del disonore. La mamma, Maria Concetta Immacolata Fortuna, si sarebbe invaghita di De Pietro, una relazione extraconiugale a causa della quale la donna stava dilapidando il proprio patrimonio. Tesi portata avanti nel corso del processo dalle dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta, Andrea Mantella.

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