NAPOLI L’imprenditore Salvatore Musella aveva richiesto e ottenuto «intermediazioni illecite» tramite Nicola Oddati, da un lato per quanto concerne l’affare della conversione in struttura alberghiera del Rione Terra di Pozzuoli, dall’altro per l’appalto di un intervento di ristrutturazione di un edificio pubblico di Taranto, per aggiudicarsi il quale «aveva bisogno dell’aiuto e delle “entrature” di Santoro e, ancora, per il subingresso in un appalto pubblico in Calabria, “sponsorizzato” da Sebastiano Romeo», l’ex consigliere regionale e dirigente del Partito democratico calabrese. C’è anche il suo nome nell’ordinanza firmata dal gip di Napoli, Antonio Baldassarre, che ha portato all’arresto di quattro persone, l’ex sindaco Pd di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, l’ex assessore comunale di Napoli ed ex dirigente Pd Nicola Oddati, l’imprenditore Salvatore Musella e Giorgio Palmucci, ex presidente nazionale dell’Enit, attuale vicepresidente Confindustria alberghi Italia.
Il reato ipotizzato dalla Procura di Napoli è quello di “traffico di influenze illecite” per il quale è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ma non solo. L’accusa contesta anche la presentazione, compiuta da Nicola Oddati, dell’imprenditore Musella a Romeo, anche in questo caso «al fine di individuare – scrive il gip nell’ordinanza – un canale e dei contatti per accedere agevolmente all’aggiudicazione di appalti di interesse dello stesso Musella e della Cytec». Il gip mette in evidenza i serrati contatti proprio tra Oddati e «il suo collega di partito, Romeo» che risultano anche da alcuni messaggi scambiati tramite WhatsApp tra i due; dalle chat in questione tra Romeo e Oddati, rinvenute nella memoria del telefono cellulare di quest’ultimo, si apprende anche di diversi incontri dal vivo, monitorati con attenzione dagli inquirenti.
Il primo è l’appuntamento organizzato in un ristorante a Battipaglia tra i due, con la presenza di Musella. È il 30 dicembre 2021 e gli inquirenti osservano e ascoltano tutto. Dopo l’incontro, Sebi Romeo «si recava con Oddati presso l’abitazione dello stesso Oddati, per riuscirne dopo pochi minuti con una cartellina di colore blu» scrive il gip secondo cui si trattava di una convocazione di una certa importanza. Già perché Musella è un imprenditore abituato a compiere molte trasferte per ragioni collegate al suo lavoro e alle sue imprese mentre desta sorpresa la visita di Romeo che, da Reggio Calabria, «avrebbe percorso oltre 400 km per recarsi all’incontro con Oddati e Musella». Per il gip, poi, si tratta di «un singolare e rapido incontro» del quale è possibile descrivere la durata circoscritta a un pranzo in un ristorante «seguito da una altrettanto singolare e rapida incursione nell’abitazione di Oddati a Battipaglia», dalla quale Romeo era uscito portando con sé una cartellina portadocumenti di colore blue, che invece non era stata riscontrata in precedenza. Alla prima riunione ne seguiva da lì a poco un’altra, che per altro era conseguente all’avvenuto accertamento da parte della Polizia di Stato della disponibilità in capo a Oddati di una somma di denaro molto ingente, di cui questi aveva fornito una giustificazione assolutamente non convincente e non fondata, che l’aveva certamente messo in allarme.
Dalle attività di appostamento, gli inquirenti notano il 15 gennaio 2022, ancora a Battipaglia, la presenza dell’auto di Sebi Romeo. L’ex consigliere entra a casa di Oddati per poi uscire venti minuti dopo. Un’altra visita lampo, dunque, che seguiva «di pochi giorni il rinvenimento del denaro in contanti nella borsa di Oddati controllata dal personale del Commissariato di Roma», scrive il gip, che pone l’accento anche sulla visita fugace di Romeo, nonostante i 400 km percorsi. Nel corso dell’incontro più volte citato, monitorato dagli inquirenti, svoltosi l’11 gennaio 2022 nell’ufficio romano di Oddati, era risultato presente anche un imprenditore calabrese (non indagato), considerato elemento di contatto tra Oddati, Musella e l’esponente calabrese del PD Romeo Sebastiano. Gli inquirenti riescono a monitorare una serie di incontri tra Musella e l’imprenditore calabrese la cui azienda è situata a Catanzaro. Per il gip, dunque, risulta ulteriormente avvalorata «l’ipotesi investigativa comprovante l’interesse del politico locale Romeo Sebastiano» presumibilmente con altri eventuali pubblici ufficiali calabresi rimasti non identificati, «ad agevolare l’aggiudicazione di un qualche appalto d’interesse, a seguito della presentazione già attivata da Oddati». Tesi che – secondo il gip – sarebbe comprovata dalle dichiarazioni rese agli inquirenti proprio dall’imprenditore calabrese, ascoltato come persona informata sui fatti. L’imprenditore spiega di aver incontrato Musella e Oddati a Catanzaro e poi di nuovo a Roma, a pranzo. Poi spiega di aver incontrato ancora Musella nella sede dell’azienda nel capoluogo calabrese «per discutere insieme al socio dell’azienda dell’avvio di una collaborazione con la stessa società che era risultata vincitrice di un appalto con l’Asp di Napoli (Asl di Napoli ndr)».
Gli esiti delle indagini, secondo il gip, dimostrano dunque «una serie di elementi circostanziati, comuni e costanti, che sono rappresentati dai ritorni economici a favore di Oddati, che illustrano chiaramente il meccanismo di intermediazione diretta a favorire e a indirizzare l’aggiudicazione illecita di appalti e/o di concessioni alle imprese di Musella anche nel territorio calabrese, contando sui suoi omologhi colleghi di partito», avvalorando così l’ipotesi investigativa del traffico di influenze illecite, anche con riferimento agli affari calabresi per i quali Romeo «avrebbe dovuto fare da tramite, a vantaggio di Musella, interloquendo con i suoi colleghi di partito o altri amministratori locali» rimasti ignoti per via della repentina interruzione delle intercettazioni. (g.curcio@corrierecal.it)
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