Passa in Senato il ddl Calderoli. La Lega esulta, le opposizioni all’attacco: «È baratto»
Primo disco verde per la riforma che attua l’Autonomia differenziata. Pd e M5S: «Ci batteremo per fermarla»

ROMA L’Aula del Senato approva in prima lettura la riforma Calderoli che attua l’Autonomia differenziata, battaglia storica della Lega che “guida” la maggioranza nell’esultare al disco verde che arriva con 110 sì. Ma per l’opposizione la battaglia contro il “barattellum” di Giorgia Meloni – “scambio scellerato” fra federalismo e premierato – non finisce qui. Si va avanti e se referendum deve essere, che sia per dare la parola agli italini su un provvedimento – è questo il j’accuse – che spacca l’Italia e non riduce, anzi innalza le diseguaglianze. L’inno di Mameli risuona nell’emiciclo di palazzo Madama intonato dalla minoranza, ma al canto nazionale, viene riferito, si unisce anche Fratelli d’Italia, mentre i Dem non dimenticano di scandire “viva l’Italia antifascista”. Si rischia lo scontro solo quando la leghista Mara Bizzotto ostenta lo stendardo della Serenessima in Assemblea. Il presidente di turno, Gianmarco Centinaio, è costretto a sospendere la seduta e poi a toglierla – sentiti i capigruppo – fino a domani. Nessun leader ha preso la parola, ma in Aula non ha fatto mancare la sua presenza il segretario del Carroccio e vicepremier, Matteo Salvini che poi ha chiosato: «E’ un passo importante verso un Paese più moderno ed efficiente, nel rispetto della volontà popolare espressa col voto al centrodestra che lo aveva promesso nel programma elettorale, dai referendum di Lombardia e Veneto e dalle richieste dell’Emilia-Romagna e di altre regioni italiane. In questo momento mi sento di rivolgere un pensiero particolare a Bobo Maroni». Il “padre” della riforma, Roberto Calderoli, parla di «un risultato storico, importantissimo e atteso da troppo tempo. Avevo previsto che oggi sarebbe stata una bella giornata, e così è stato. Questa è una risposta che dovevo a quelle 14 regioni su 15 a statuto ordinario che ce l’avevano chiesto». A stretto giro arriva la replica della segretaria del Pd, Elly Schlein, e del leader del M5s, Giuseppe Conte: «Ci batteremo per fermarla nel passaggio alla Camera ma non escludiamo nessuno strumento per contrastare questa legge che spacca l’Italia. Stiamo parlando di una intenzione chiara che è quella di cristallizzare i divari e di ampliarli. Non hanno messo un euro, non hanno fatto nemmeno finta. Meloni fa rivivere l’antico sogno secessionista della Lega. Per il loro baratto, proprio quelli che fanno i nazionalisti, mettono a repentaglio l’unità nazionale», dice Schlein. «Con il voto al Senato su uno scellerato progetto di Autonomia, Meloni spacca il Paese e svende il Sud a Salvini: lasciano in un vicolo cieco i territori più svantaggiati del Paese, anziché rilanciarli per il bene di tutti», nota il presidente del Movimento 5 stelle che poi assicura: «La battaglia continua in Parlamento e continueremo a farla in tutte le sedi: nelle Istituzioni e nel Paese». (Agi)
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