«Si va verso un paese realmente più efficiente e realmente più solidale, da Nord a Su», dice il deputato della Lega Domenico Furgiuele. «È uno scippo alle regioni che sono attualmente in difficoltà rispetto alle regioni più ricche», dice al contrario il deputato del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico, coordinatore regionale dei pentastellati. Nelle visioni diametralmente opposte dei due parlamentari calabresi, intervistati dal Corriere della Calabria, si cristallizza la lacerazione del quadro politico non solo nazionale ma anche regionale sul tema dell’autonomia differenziata, dopo che ieri il senato ha approvato il Ddl di ispirazione della Lega, provvedimento che ora va alla camera per l’esame e l’approvazione definitivi. Per il centrodestra l’autonomia differenziata sarà un’opportunità per il Paese ma anche per la Calabria, per il centrosinistra invece amplierà il gap tra le Regioni del Mezzogiorno come la Calabria e quelle del Centro Nord.
«Finalmente, più autonomia, meno burocrazia e meno spreco di risorse pubbliche. Si va verso un paese realmente più efficiente e realmente più solidale, da Nord a Sud. Basta leggere la riforma per rendersene conto», spiega il deputato della Lega Domenico Furgiuele al Corriere della Calabria. «La narrazione che negli ultimi mesi hanno tenuto le sinistre è una narrazione che si è sciolta come neve al sole di fronte alle evidenze. E le evidenze – spiega Furgiuele – ci dicono che avremo sicuramente una sanità più efficiente, un Paese più attento e razionale nell’utilizzo delle risorse pubbliche e sicuramente più protagonismo delle periferie d’Italia che fino ad oggi sono state abbandonate». A votare a favore ieri anche Forza Italia, la cui posizione è stata espressa dal senatore Mario Occhiuto. «L’autonomia differenziata – ha detto in aula Occhiuto – non è un allontanamento dal principio di solidarietà nazionale ma un la costruzione di un abito su misura per rispondere meglio ai bisogni dei cittadini sui territori e un impegno rinnovato verso un Paese che deve crescere unito nelle diversità e nella valorizzazione delle potenzialità dei territori. Chi teme quindi che il paese si possa spaccare per questa riforma può dormire sonni tranquilli: il provvedimento che licenziamo non vuol dire un allontanamento dal principio di solidarietà nazionale. Certamente – ha concluso Occhiuto – noi vigileremo affinché i Lep vengano effettivamente garantiti, così come stabilito dalla Costituzione, non solo attraverso la loro puntuale definizione, ma anche con il loro effettivo finanziamento».
Visioni contrapposte da parte del centrosinistra. «L’autonomia differenziata – rileva al Corriere della Calabria Anna Laura Orrico, deputato e coordinatore regionale del M5S – è uno scippo alle regioni che sono attualmente in difficoltà rispetto alle regioni più ricche perché hanno un reddito pro capite più alto e quindi una maggiore capacità di prelievo fiscale. D’altronde il decreto Calderoli non prevede alcun finanziamento dei livelli essenziali di prestazione che dovrebbero consentire, nonostante l’autonomia differenziata, alle regioni più fragili di recuperare il divario rispetto alle regioni più ricche. Cosa significherà tutto questo concretamente per i cittadini? che in molti campi, come quello della sanità o dell’istruzione, avremo 20 sistemi sanitari diversi, 20 sistemi didattici diversi e probabilmente le regioni più ricche, potendo retribuire meglio medici e insegnanti, guadagneranno in termini di risorse umane. Questo incentiverà – osserva poi Orrico – l’emigrazione dal sud verso il nord. La domanda però la vorrei rivolgere ai parlamentari calabresi eletti nelle file della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Dov’è finito il vostro patriottismo? Avete votato con convinzione per l’autonomia differenziata o semplicemente per obbedienza ai vostri partiti o meglio allo scambio tra Fratelli d’Italia e Lega per cui l’autonomia differenziata della Lega è conditio sine qua non per attuare il premierato voluto dal partito della Meloni». Anche per il senatore e segretario regionale del Pd Nicola Irto, l’approvazione del Ddl ieri a Palazzo Madama «è il momento più buio di questa legislatura, È un colpo micidiale ai diritti dei cittadini, che produrrà ingiustizie devastanti perché non sono stati definiti i livelli essenziali delle prestazioni; perché – rimarca Irto – tra le materie che le Regioni potranno gestire da sole ci sono: tutela della salute, l’istruzione, tutela e sicurezza del lavoro e perfino trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; perché non c’è un solo centesimo per ridurre i divari esistenti tra Sud e Nord. Tutto questo è inaccettabile. Continuiamo a lottare, ma il governo e la sua maggioranza hanno già deciso di spaccare l’Italia». (c. a.)
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