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Falcomatà: «Con l’autonomia differenziata il Ponte rischia di unire un Paese già diviso»

Così il sindaco di Reggio Calabria intervenendo nel corso della seduta aperta del Consiglio comunale di Campo Calabro

Pubblicato il: 27/01/2024 – 16:58
Falcomatà: «Con l’autonomia differenziata il Ponte rischia di unire un Paese già diviso»

REGGIO CALABRIA «Il ponte sullo Stretto, con l’autonomia differenziata rischia di unire un Paese già diviso. Quello che serve é un approccio costruttivo e concreto. Ed al contempo occorre che ci vengano restituite le risorse dei fondi della Coesione». Lo ha detto il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo nel corso della seduta aperta del Consiglio comunale di Campo Calabro, presieduta dal sindaco, Sandro Repaci, dedicata al tema del Ponte sullo Stretto. «L’errore che spesso come amministratori pubblici commettiamo in merito al Ponte sullo Stretto – ha aggiunto Falcomatà – è di non concentrarci su cosa ruota attorno a questa grande opera pubblica. Un punto di vista ed una discussione che non si limita alla sola infrastruttura o ad un approccio influenzato prettamente dall’ideologia tra chi è comunque ragionevolmente favorevole e chi allo stesso modo è contrario. Fra i vari commenti ho ascoltato quelli di chi, nella qualità di rappresentante istituzionale, aveva timore di avviare opere pubbliche per paura delle infiltrazioni mafiose. Non possiamo permettere a nessuno di dire che questo Ponte non unirà due coste, ma due cosche. Chi l’ha detto se ne deve assumere la responsabilità. Noi sappiamo cosa significa fare i sindaci ed i consiglieri comunali al Sud, in Calabria e nella provincia di Reggio. Non servono le statistiche o gli elenchi degli amministratori minacciati per ricordarci quanto sia gravoso il nostro lavoro. Allo stesso tempo noi la criminalità la contrastiamo e faremo sempre di tutto affinché le necessarie opere pubbliche, per il bene collettivo, siano realizzate per i territori». «Oggi – ha detto ancora il sindaco di Reggio Calabria – la domanda non è più: Ponte sì o Ponte no. Siamo già più avanti rispetto a questa domanda che poteva valere fino a quando il decisore politico non aveva ufficialmente attivato questo processo. Il dubbio che dobbiamo sciogliere ora è che ruolo giocare come enti pubblici territoriali, decidere se subire la decisione oppure governarla, da protagonisti, accendendo i fari su tutto quello che saranno le fasi di approvazione del progetto esecutivo, avvio dei lavori e completamento. Questo è il nostro ruolo». (Ansa)

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