CATANZARO «Io ho detto di non avere alcun pregiudizio nei confronti dell’autonomia differenziata, ma ho detto che connesso al tema dell’autonomia differenziata è il finanziamento dei diritti sociali e civili, superando la spesa storica. Quindi ritengo che per realizzare questo progetto, per fare le intese, occorreranno 70-80 miliardi: ho detto più volte, “no money no party”». Lo ha affermato il presidente della Regione Roberto Occhiuto, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa alla Cittadella, con riferimento ai temi che saranno al centro della sua audizione, nel pomeriggio, alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
«La Regione Calabria – ha proseguito Occhiuto – chiederà di superare il criterio della spesa storica in tutti gli ambiti perché questo criterio è ingiusto per i comuni calabresi, i cittadini di Crotone devono avere gli stessi diritti dei cittadini di Vercelli. Poi molto dipende dalla autorevolezza dei governi regionali e dei gruppi dirigenti locali. Ho letto qualche giorno fa che nel contratto di programma di Anas più della metà delle risorse impegnate in tutta Italia sono destinate alla Calabria. E’ importante – ha quindi rilevato il governatore calabrese – che questo tema non venga strumentalizzato nel senso che la Calabria ha bisogno di un investimento massiccio da parte del governo nazionale, sono molto contento di essere riuscito ad ottenerlo sia per la Statale 106 che per l’autostrada A2 e continueremo in questo modo dimostrando appunto che se ci sono governi regionali capaci, le risorse si trovano. Se ci sono governi regionali che si limitano semplicemente a rivendicare o a stare col cappello in mano davanti al governo, è più complicato determinare percorsi di sviluppo».
Occhiuto ha poi osservato che proprio «l’accentramento della sanità non sempre genera risultati virtuosi, i calabresi sanno che la sanità da 14 anni è commissariata ed è il governo nazionale a governare la sanità. Negli ultimi due anni ci ho messo la faccia e siamo impegnato a ricostruire le fondamenta di un sistema che proprio per l’accentramento dei poteri verso Roma ha determinato il disastro nella sanità». (c. a.)
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